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Panorama

Storie di vino - Sagrantino, 400 anni divini. Marco Caprai ha rilanciato il rosso umbro più nobile e antico ... «Baciami con i baci della tua bocca, inebriandola con gli aromi del tuo vino»: la cifra di Marco Caprai sta in questo versetto del Cantico dei Cantici che egli ha stampato sul tappo superbo del Sagrantino di Montefalco 25 anni (annata 2001) della premiata ditta Arnaldo Caprai. In un altro tappo Orazio manifesta il suo disprezzo per gli astemi (io mi limito a compatirli e cerco di curarli), mentre Anton Cechov esalta i rapporti tra vino e musica, assai cari a chi scrive.

Ma le citazioni che più si addicono al Sagrantino di Caprai, che ha raccolto questo vitigno dalla polvere per elevarlo agli altari, sono di due personaggi assai arcigni, come Euripide e Pio XII. “Dove non è vino non è amore” dice il primo e il secondo aggiunge: “il vino è di per sé una cosa eccellente” (affermazione condivisa, immagino dall’attuale pontefice che non si fa mai mancare a tavola un buon bicchiere). Il Sagrantino di Montefalco, documenti alla mano, è vecchio di almeno 400 anni. Ma fino a dieci anni fa lo conoscevano soltanto gli umbri. Poi Marco Caprai si è messo a tavolino e ha costruito un vino di culto. Come mai solo lui è così tardi?

Le lampade del Duomo di Pisa pendevano sulla testa di tanta gente, ma solo Galileo scoprì la legge che regola le oscillazioni del pendolo. Vino rigido e imponente è dunque questo celebre Sagrantino, come i versi di Euripide che non parlano d’amore. Ma esso sa sciogliere nel corpo infinite dolcezze. Ho scoperto recentemente che il 25 anni ha in casa eccellenti concorrenti. Il Sagrantino Collepiano, di cui ho assaggiato l’annata 2000, è un vino solenne come le pietre rude di certe chiese romaniche. E il Rosso outsider 2000 non ha niente da invidiare ai due confratelli. Anzi, anzi, ...

Vorrei riscattare in chiusura il vino bianco della casa, che il mio palato dilettante trova sottovalutato nelle grandi guide. E’ il Grecante dei Colli Martani, cento per cento di uve Grechetto. Ne ho assaggiato l’annata più fresca (2003) e l’ho trovato sorprendente: asciutto, solido nella pienezza dei suoi 13 gradi, compagno eccellente di pesci non modesti e di carni leggere. Prosit.

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