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Panorama

Storie di Vino - Anche il vino indossa i jeans. Il 2003, ottima annata per lo Chardonnay di Pianeta e per il Cerasuolo ... Una sera di questo mese di ottobre avevo a cena persone note, oltre che per il pubblico ruolo ricoperto, per la loro passione enologiche. Ero, come sempre, sotto esame. Nonostante sia noto che non sono un intenditore di vini, ma solo un appassionato, i miei amici si dividono tra quelli che vogliono godere delle mie scelte e quelli che sperano di cogliermi in fallo. La semplicità del menù non richiedeva voli pindarici, ma volli aprire ugualmente con un ottimo e singolare bianco friuliano e chiudere con un grande rosso trentino, prima del vino da dessert. Il pezzo forte della serata fu tuttavia lo Chardonnay siciliano di Planeta della freschissima annata 2003. Fu un trionfo, soprattutto perché arrivato dopo un altro vino bianco assai apprezzato. Ma lo scarto sembrò enorme. Assaporai così una mia personale rivincita verso un critico gastronomico di bella scrittura che mi aveva messo alla gogna per il mio amore verso il Chardonnay, a suo giudizio frutto di un uso squilibrato della barrique. Si dà il caso che per il mio opinabilissimo gusto chi sbaglia nella barrique è bocciato senza appello. Il legno è un asso d’equilibrio. Applausi per chi arriva elegantemente fin in fondo, fischi per chi sbaglia. Per il vino Chardonnay l’asse d’equillibrio è un’asticella sottilissima: è facile dunque cadere. Quello di Planeta (20-24 euro ottimamente spesi) è invece perfetto, avvolgente, di grandissima classe. Il rosso migliore di questa casa fondata 20 anni fa in provincia di Agrigento. Francesca e Santi Planeta è a mio giudizio il Syrah, vino geniale e singolare, uno squarcio di luce che taglia un fondale marino. Vino a me caro perché ispira allegria come nessun altro. Seguono a ruota due vinio, sempre rossi, di cui ho assaggiato l’annata appena arrivata in enoteca. Il Santa Cecilia 2002 e il cerasuolo di Vittoria 2003. Il primo è un nero d’Avola in purezza e presenta le fantasie barocche di Noto, nei cui tenimenti è prodotto. Il Cerasuolo suona assai forestiero al mio palato abruzzese abituato in anni lontani a colori più chiari. Esso infatti è più profondo. Ma il Nero d’Avola che lo compone insieme con l’uva frappato indossa i jeans. Prima annata prodotta, 2001-2003. E’ un buonissimo vino.

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