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Panorama

Enomania - Elogio della bottiglia extralarge. Sexy come una magnum. Immagine più godereccia, contenuto migliore, prezzi accessibili. Ecco perché sulle tavole dei gourmet vince il vino in formato maxi … L’autunno mette malinconia ma per fortuna ci sono le magnum. Fate questo esperimento: allineate sopra un tavolo una bottiglia magnum da 1,5 litri e una normale da 0,75 dello stesso vino. La seconda vi sembrerà miserella e non vi susciterà alcun pensiero piacevole, la prima vi colpirà per le curve sinuose, abbondanti, quasi erotiche, e vi spingerà a chiamare i primi amici reperibili al cellulare per commentarla, stappandola in un clima di festa. Fino a ieri il formato magnum significava champagne, grandi ristoranti, grandi occasioni e grandi prezzi. Oggi avanza una generazione di magnum più facili da stappare, non prodotte per i maniaci dello status ma per gli amanti del bere in compagnia. Vitigni autoctoni, vini non passati in barrique e quindi più freschi e bevibili della media, prezzi non da supermarket ma nemmeno da supermillesimato … Per le magnum appena meno magnum i prezzi sono più maneggevoli. La Scrimaglio, azienda monferrina dalla frequentazione vipposa, ha messo in commercio una Barbera d’Asti No wood la cui magnum da un litro e mezzo costa in enoteca intorno ai 15 euro. E’ un vino che vuole esibire fin dal nome l’insofferenza alla barrique. E’ piaciuto tanto a Lapo Elkann da spingerlo a chiedere alla Scrimaglio di etichettargli qualche pezzo con un marchio Fiat (non sono in vendita) ...

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