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Panorama

Storie di vino - Lunga vita ai nettari di Sardegna. Gli Argiolas, vignaiuoli da generazioni, produttori eccellenti ... La Grande Madre: quando penso alla Sardegna, mi torna in mente questa scultura primitiva custodita nel Museo archeologico di Cagliari che racchiude il fascino e il mistero dell’isola e gli Argiolas, massimi vignaiuoli sardi, hanno fatto benissimo a usarne l’immagine sull’etichetta del loro vino più prestigioso, il rosso Turriga Isola dei Nuraghi. Questo vino da 15 anni è il simbolo della casa di Serdiana. Onore dunque al patriarca Antonio di anni 98 e ai figli Giuseppe e Franco.

Il Turriga uno dei migliori vini rossi italiani; vita molto lunga, profondo e solenne, ma non impenetrabile. La mia ammirazione per i vigniaiuoli cresce quando essi non si limitano a proporre prodotti di nicchia, ma affiancano ai grandi vini una filiera di qualità adatta a tutte le tasche. Degli Argiolas, per esempio, mi colpì il S’elegas (Nuragus di Cagliari) che con 4 euro a bottiglia sostiene significamente un piatto a base di pesce.
Il Wine Spectator lo segnalò tra i migliori vini del mondo sotto i 12 dollari. Tra i vini rossi segnalo il Korem Isola dei Nuraghi, un uvaggio di ingredienti diversi che ricordano nei nomi il regno di Sardegna e che merita di essere goduto ben oltre il primo sorso: la sua profondità da basso lirico arriva con il retrogusto. Nella fascia media di prezzo, ma non di qualità, troviamo il Perdera (Monica di Sardegna), vino allegro e singolare. Tra i banchi la palma dell’eccellenza spetta all’Angialis, ma anche qui si trova più in basso il piacevolissimo Vermentino di Sardegna Costamolino al quale è appena nato un fratellino: si chiama Is Argiolas, è fatto interamente con uve Vermentino di Sardegna di fascia alta e sarà presentato a Cagliari il 22 marzo. Opera d’arte tra le opere d’arte della collezione di Francesco Paolo Ingrao.

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