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Panorama

Storie di vino. Piemontesi che parlano sardo… I vini di Sella & Mosca hanno preso il traghetto e sono venuti in continente. Consone e origini piemontesi, residenza sarda ormai secolare (1899) essi mantengono un po’ del vecchio accento isolano, ma si sa che non c’è persona che parli bene l’italiano come un sardo che si impegni. L’accento sardo sta nella serietà con cui questa azienda scala la classifica della qualità. Ma il traghetto ha portato Sella & Mosca a produrre vini di chiara fattura continentale. Il punto di forza dell’azienda sta quest’anno probabilmente nel Marchese di Villamarina, di cui ho assaggiato l’annata ’99: un Cabernet Sauvignon a tutto tondo di grande piacevolezza. Il nuovo Medeus Isola dei Nuraghi (uvaggio di Carignano, Cannonau, Merlot e Cabernet Sauvignon) è il figlio ben riuscito di uno sposalizio tra vitigni autoctoni e internazionali. Il cuore e la memoria vanno sempre all’Anghelu Ruju, che resta una pietra miliare tra i vini da meditazione. Tra i bianchi una bella sorpresa è venuta dal Vermentino Monteoro 2004 che ha un bel corpo e la piacevolezza tipica del genere. Su un gradino appena più alto troviamo le Arenarie, un Sauvignon così diverso, sobrio e autorevolmente accigliato, dai confratelli del Nord Est. Su un gradino più basso invece sta sorprendentemente l’ultimo Alghero Torbato Terre Bianche: mi è parso un po’ spento, quasi anonimo. Aspettiamo annate migliori. (arretrato dell’8 dicembre 2005)

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