02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Panorama

Buon sangue non fa solo scarpe… E’ noto che Michele Ferrero per testare una nuova pralina attende sulla porta di qualche supermercato di Langa l’uscita delle clienti cui ne è stato offerto un assaggio chiedendo, anonimo e sorridente come l’ultimo dei dimostratori: “L’è bun?” “E’ buono?” fidandosi più del palato semplice dei consumatori che non di quello dei guru della comunicazione. Stesso uso fa Giancarlo Moretti Polegato dell’enoteca delle sue tenute vinicole di Villa Sandi a Crocetta del Montello, sopra Treviso, dove le opinioni dei 10 mila visitatori annui di varia età e nazionalità invitati a degustare i vini della casa vengono annotate e orientano la politica della cantina. Con la differenza che qui cornice dell’assaggio è una villa veneta secentesca di scuola palladiana, perfettamente restaurata, sede di rappresentanza della casa vinicola, ma soprattutto testimonianza aperta al pubblico della storia e della cultura venete, inclusa negli itinerari proposti dai tour operator e dal vicino Museo Canova. Perché Giancarlo Polegato, bell’uomo pacato, nel tempo libero dedito alle passeggiate a cavallo con Rocco Benetton e Giulio Malgara, si sente portatore di una mission: preservare, esaltare e vendere il territorio. Missione che persegue con inamovibile entusiasmo, sia che si tratti del Cocoradicchio, dei corsi per sommelier, delle riunioni del Consorzio per la tutela del prosecco, o della visita a Villa Sandi del presidente del Botswana di cui è console onorario. “E’ questa la nostra arma per difendere il vino italiano dalla concorrenza planetaria” sostiene esibendo un concetto di terroir alla francese. A cominciare dal Prosecco di Valdobbiadene, zoccolo forte dei 2 milioni di bottiglie, oltre 10 milioni di fatturato, che l’azienda produce e che da una delle “cheap bubbles”, come erano considerati fino a una decina di anni fa gli spumanti fatti in autoclave (metodo Charmat) si è trasformato con molto lavoro in vigna e cantina, in un vino accattivante, floreale, abboccato quanto basta per piacere ai palati giovani e asciutto quanto esigono i palati più smaliziati. Con un rapporto premiante tra qualità e prezzo. Accanto, le più ambiziose Opere Trevigiane, bollicine metodo classico affinate cinque anni in cantina. Poi a differenza dei molti produttori in zona che si limitano agli spumanti, due rossi importanti, il Marinali e fiore all’occhiello il Corpore, solo 15 mila bottiglie, con il tocco dell’enologo Riccardo Cotarella, e un orgoglioso 93 centesimi nella classifica di Robert Parker. Un’epopea vinicola tutta locale declinata sui vitigni elettivi del territorio, dal prosecco al merlot, dal cabernet franc fino alla chicca del raboso passito, per finire con il Manzoni, il rosso che sarà presentato quest’anno al Vinitaly proveniente da un dimenticato vitigno autoctono omonimo del Trevigiano. Un’epopea familiare altrettanto locale che sembra un film americano a lieto fine. Giancarlo e il fratello minore Mario vivono a Crocetta, vicino a Valdobbiadene, zona esclusiva del Prosecco, dove il padre Divo, che conduce l’azienda vinicola di famiglia è tra i primi a trasformare l’ombretta del posto in vino frizzante. Presto i ragazzi rimangono orfani del papà che però ha fatto in tempo a inculcare loro l’amore per la terra e ha già deciso la divisione dei compiti: Mario in vigna (e scuola di enologia) e Giancarlo a far di conto (e ragioneria). Ma se Valdobbiadene e Conegliano sono zone agricole, la riviera del Brenta e Montebelluna, a un tiro di schioppo, sono il distretto in cui si producono scarpe e scarponi di qualità. Come dire un luogo, un destino. E Mario inventa Geox, il marchio delle suole che respirano, mentre Giancarlo vince con il vino e acquista la splendida villa patrizia che tante volte aveva ammirato da bambino. Tutti e due condirono la stessa fondamentale intuizione: “Per un successo globale sii locale, ovvero affidati all’esperienza di quelli del tuo posto” spiega Giancarlo Polegato “Con questa filosofia siamo stati i primi a esportare negli Stati Uniti e oggi le nostre tre grandi aree di interesse, Germania, Americhe e Far East, sono affidati ciascuno ad un manager locale”. E le donne di casa? Tutte arruolate a portare avanti la saga, da belle e furbe, combattive e diplomatiche, come sono sempre state le venete. Il cognome della mamma, Moretti, è stato aggiunto, e non per snobismo, a quello paterno; Anna Licia, moglie di Mario, è console onorario di Monaco; Augusta, la moglie di Giancarlo, anche lei veneta, è direttore marketing di Villa Sandi. E la figlia, undici anni, si chiama Diva, in onore del nonno. Un nome, un destino, appunto (arretrato del 15 dicembre 2005).

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su