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Panorama

Donne del vino, basta. Fine della mistica delle bottiglie al femminile. Invece sulla grappa l’eccellenza è rosa ... Che barba le donne del vino. La retorica del vigneto rosa si è fatta insopportabile da quando risulta evidente, statistiche alla mano, che il conformismo enologico è femmina. Stappate una bottiglia di donna del vino e 9 volte su 10 berrete Cabernet o Merlot, 99 volte su 100 annuserete sentori di legno, mille volte su mille vivrete un’esperienza insignificante. Dispiace dirlo, ma dietro le emozioni forti dell’Italia vinosa (i vitigni minori, i vini veri, i vini estremi, l’acciaio, il piede franco …) c’è sempre un uomo, un solido vignaiolo che non si lascia incantare dagli enologi alla moda come spesso accade alle colleghe femmine.

Le donne della grappa, loro sì. Sono proporzionalmente più numerose, per motivi che affondano le radici nel matriarcato dei popoli ladini da cui discendono gli attuali friulani (metà delle migliori distillerie italiane sono da quelle parti). Inoltre sono molto più combattive. La protagonista di un’antica saga ladina è una principessa-guerriera che uccide i nemici con frecce d’argento ...

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