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Panorama

Gli altri vini saranno Bordeaux d’invidia. Annate stupefacenti. Euforia per la vendemmia francese nel 2005. Perfetto, addirittura migliore delle famose bottiglie del ’28 e del ’61. Negli chateaux tra Garonna, Dordogna e Gironda si brinda al miglior rosso di sempre ... A lungo bramato, sognato e vagheggiato, alla fine è arrivato. Nell’anno di grazia 2005 il Bordeaux perfetto ha fatto il suo ingresso nella storia dell’enologia. E la più importante regione vinicola al mondo si appresta a celebrare quella che viene considerata “la miglior vendemmia di tutti i tempi”. Addirittura superiore ai famosi raccolti del 1928 e del 1961.

“C’è stato un giorno, verso la fine di agosto, quando mi sono reso conto che stavamo per assistere a qualcosa che pensavo non avremmo mai visto” ha dichiarato Daniel Liose, che da 30 anni produce il premiato Chateau Lynch-Bages, nel Medoc. “L’anno perfetto, l’anno in cui tutto è andato per il verso giusto”. Come tutti i vigneron bordolesi, la scorsa estate Llose aveva osservato che le giornate si facevano calde ma non soffocanti, regalando ai vigneti una lenta maturazione, e che le notti si rinfrescano senza diventare fredde, consentendo ai grappoli di ricostituire efflorescenza e freschezza. Il risultato è una qualità svelata nella prima settimana di aprile, quando 5 mila acquirenti, giornalisti ed enologi sono accorsi da tutto il mondo alla “vente des primeurs” di Bordeaux.

Obiettivo: degustare e comprare quei vini prima ancora che fossero imbottigliati. “Non ricordo di avere mai assaggiato a Bordeaux vini aromatici così strepitosi” ha dichiarato James Suckling, guru enologico del Wine Spectator, la bibbia americana del settore. “Annate come il 2005 si sono già viste, ma mai da quando abbiamo migliorato metodi, e strumenti, per esprimere al meglio il carattere del nostro prodotto” ha dichiarato Alfred Tesseron, produttore del raffinato Chateau Pontet-Canet. “Non ho mai visto una vendemmia così” ha ribadito Bill Blatch, un mercante di vini di base a Bordeaux dal 1970.

“C’è tutto: corpo (14 per cento di alcol), tannini, acidità e sapori fruttati”. Non solo, “l’aspetto favoloso è che sarà tutto buono: dal Bordeaux di base al très grand cru, ma anche i rossi, i bianchi, i liquorosi” si è entusiasmato Patrick Maroteaux, presidente dell’Unione dei Grand Cru di Bordeaux. “Con una vendemmia come questa potete dire ai concorrenti di tutto il mondo: buona fortuna ragazzi, attaccatevi”.

Un entusiasmo che sfiora il parossismo, ma una ragione c’è. Sebbene in tutto il mondo Bordeaux rappresenti “l’immagine stessa del vino”, a sentire La guide Hachette des Vins, il settore è in crisi. In questi ultimi anni il Bordeaux ha perso terreno a favore dei concorrenti del Nuovo mondo, vini statunitensi, argentini e cileni dai prezzi contenuti e gusti più accessibili, tanto che nelle cantine di medio e basso livello stazionano milioni di ettolitri invenduti. Con le vendite a caduta libera, anche il valore dei vigneti raggruppati attorno agli alvei fluviali della Garonna, della Dordogna e della Gironda è precipitato. Il boom di 15 anni fa è ormai lontano: il valore di un ettaro di Bordeaux standard è caduto di 40 mila euro di fine anni Novanta ai 20 mila euro attuali.

La vendemmia 2005 potrebbe rappresentare la fine della depressione. Ma occorre tempo. Le prime bottiglie di Bordeaux, prodotte a partire da vitigni con caratteristiche complementari (per rossi al 90 per cento Cabernet e Merlot), saranno consegnate tra 18-24 mesi. E, secondo le previsioni, saranno le più care di tutti i tempi. Ma poiché sono grandi vini da invecchiamento, acquistarli per tempo può essere un ottimo investimento. Un solo esempio: una cassa di Chateau Latour del 2002 comprata a 970 euro oggi è stimata più di 2 mila. Questo con l’ordinaria vendemmia 2002. Che sorprese ha in serbo la grande annata 2005? (arretrato di Panorama del 21 aprile 2006)

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