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Panorama

Storie di vino - Il Soul è l’anima. I vini della Contadi Castaldi finalmente maturi. Anche per i palati più difficili ... Quando Giovanni Agnelli comprò (si fa per dire) la Lancia, non pensava certo di farne una concorrente della Fiat. La stessa cosa si immaginava per Vittorio Moretti, gran patron di Bellavista quando 15 anni fa creò la Contadi Castaldi. Buoni spumanti, vini interessanti, ma niente che potesse far ombra alla casa madre. Per questo è stato grande lo stupore quando ho assaggiato l’ultimo nato dell’azienda junior: il Soul Satèn.
L’annata ’99, presentata in anteprima nell’aprile scorso al Vinitaly di Verona, ha un fascino sconosciuto a tutti gli altri pur ottimi spumanti di Contadi: siamo a livelli di eccellenza, confermati anche dal prezzo (35 euro in enoteca, il doppio, più o meno, degli altri spumanti della casa). Quando ho stappato la prima bottiglia a esigenti ospiti francofoni (bevono solo champagne) gli apprezzamenti sono stati lusinghieri.
Gli altri quattro spumanti di Contadi Castaldi (Brut, Satèn, Zero e Rosè) mantengono gagliardamente la posizione. Ma ho trovato interessanti anche i quattro vini fermi, due bianchi e due rossi, prodotti dall’azienda. Il mio trancio di salmone ai ferri ha molto apprezzato, per esempio, l’armonia autorevole del Curtefranca Bianco (8,5 euro). Pastoso e completo è il Manca Pane 2001 (15 euro): un vino al quale ha giovato la lunga permanenza in barrique. Il Marco Nero 2001 è un Cabernet Sauvignon senza acuti clamorosi, ma con una buona tenuta. Ma il Soul ormai, è davvero l’anima di Contadi Castaldi.

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