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Panorama

Giovani di polso. Rossi e bianchi friulani di Volpe Pasini ... Quando trent’anni fa andai in Friuli per il terremoto, mi colpì che gli sfollati non si dessero mai per vinti. Accoglievano i soccorritori con il sorriso e con una grande voglia di ricominciare. E avevano sempre pronta una buona bottiglia di vino.
Conobbi allora il Refosco dal Peduncolo rosso, insieme ai già noti - per me - Merlot e Cabernet, mai pensando che nella mia vita di questi ultimi avrei assaggiato i cugini siciliani. Il Refosco resta vino rigorosamente friulano. Quel che assaggiai trent’anni fa era un compagno onesto. Quello di Volpe Pasini che ho bevuto durante l’estate mi ha sorpreso per equilibrio e autorevolezza.
La mia bottiglia era giovane (2004), ma già perfettamente strutturata. Assomigliava a quei ragazzi d’oggi (pochi) già maturi rispetto all’età. Il rosso migliore della casa, a mio avviso, è tuttavia il Focus, un Merlot in purezza.
Trent’anni fa, nelle trattorie friulane che erano già un pezzo avanti con la cucina rispetto a altre zone nobili d’Italia, Merlot come questo ce li sognavamo. Giovane anch’esso (2004), il Focus che ho assaggiato non solo non ha la coda inconfondibile che guasta spesso questo vino, ma si presenta con una eleganza che lo colloca ai primi posti della sua categoria. Il vino bianco più celebrato di Volpe Pasini è il Sauvignon, che manca ai miei assaggi più recenti. Ho bevuto invece due volte il Tocai friulano e anche qui la sorpresa è stata piacevole.
Il Tocai è vino difficile perché sfruttatissimo: quello di Volpe Pasini ha un profumo inconsueto e la solidità tipica dei prodotti della sua terra. Sorride poco e va al cuore del palato. Che ringrazia soddisfatto.
Autore: Bruno Vespa

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