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Panorama

Tra storia e palato ... Il Sagrado: una spanna sopra gli altri... “Quando 22 anni fa rilevai da un asta l’azienda agricola Castelvecchio, non conoscevo l’importanza storica, naturalistica e perfino bellica che andavo ereditando”. Questo mi scrive Mirella Della Valle Terraneo per presentare le sue creature. Mi decanta il Terrano, vitigno autoctono che bevuto in purezza è in effetti piuttosto scontroso, ma diventa ampio ed etereo se si sposa con il Cabernet Sauvignon e il Cabernet Franc. Mi racconta di quando Livia, madre di Tiberio, si faceva arrivare da queste zone il Pucinum, che è appunto il Terrano, servizievole compagno di pasto di generazioni di combattenti, fino al generale Luigi Cadorna, che lo beveva durante le campagne della Terza armata nella Prima guerra mondiale.
Oggi la Castelvecchio produce un’amplissima gamma di vini con un rapporto qualità/prezzo molto corretto. Il più convincente mi è apparso un Rosso della Venezia Giulia, il Sagrado dedicato a Giovanni Bignucolo, presidente dell’azienda e facitore dei suoi vini in quanto enologo. L’annata che ho assaggiato è del ‘99 (l’ultima in commercio costa 22-24 euro in enoteca).
Una spanna sopra gli altri per il profumo intrigante e il sapore autorevole e al tempo stesso cordiale, che regge con eleganza l’intero pasto. Allo stesso livello di piacevolezza metterei il Cabernet Franc del 2003 (14-15 euro): sobrio e gradevolissimo. Segue il Refosco (14-15 euro): vitigno di grande tradizione giuliana che non sempre raggiunge la meritata nobilità. Alla Castelvecchio ci sono riusciti. Meno convincente (ma potrei sbagliarmi) il Cabernet Sauvignon del 2003 (15-16 euro): mi è apparso un po’opaco, come una foto sfocata.
Allo stesso livello il fresco Traminer del 2005 (9-10 euro, come tutti i bianchi della casa): poco aromatico, a dispetto del nome, e un poco svogliato. Ma il prezzo è invogliante...

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