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Panorama

Rosso seta ... Il Trebulanum di casa Alois... In tutta la documentazione che parla della Fattoria Alois di Pontelatone, in provincia di Caserta, non comprare ma la parola seta. Eppure, senza la seta non si capisce il vino. La famiglia Alois produce alcune tra le più belle sete italiane a San Leucio.
San Leucio è di per sé un grande brand. Quando alla reinaugurazione della Fenice di Venezia chiesi da dove venissero i meravigliosi tessuti di alcuni preziosi tendaggi, mi fu risposto: da San Leucio. Bene. Alois è il brand del brand. Un grande tessuto è frutto di grande gusto. Per questo si capisce come l’attuale patriarca Michele, che la settimana prossima supera felicemente la soglia dei settant’anni, non abbia voluto solo togliersi lo sfizio di produrre un buon vino, ma abbia cercato una casa rurale borbonica dei primi dell’800 e sia andato a riscoprire vitigni autoctoni ormai sull’orlo della scomparsa come il Casavecchia o il Pallagrello.
Ed è il proprio il Casavecchia in purezza a dar vita al Trebulanum (20 euro in enoteca), che è il vino di maggior prestigio della fattoria. L’annata 2003 è un ottimo rosso da tutto pasto equilibrato fin dal profumo. Gli tiene galgliardamente testa a metà prezzo (10 euro) Il Campole, costruito dall’enologo Riccardo Cotarella seguendo al meglio i nuovi criteri che rendono l’Aglianico morbido e garbato. Sotto i 10 euro i due bianchi della casa. Il Caiato è un prezioso reperto frutto del Pallagrello bianco vinificato in purezza che con il suo bel corpo accompagna bene pesci importanti e anche carni leggere. In purezza è la Falangina del Caulino con un ottimo rapporto qualità/prezzo rispetto agli 8 euro di costo in enoteca. Intanto le sete mietono onori e gloria.

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