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Panorama

Vecchio Chianti così moderno ... Il castello Fonterutoli 2004 dei mazzei, viticoltori da 600 anni... Il lettore di questa rubrica sa che non siamo critici enologici di professione. Siamo consumatori attenti, con gusti discutibili, e badiamo molto al rapporto qualità e prezzo. Indichiamo i vini che ci piacciono talvolta concordando con i giudizi delle guide, talvolta no. Questa excusatio serve a giustificare il nostro parere sul Chianti: vino nobile e poderoso a cui l’Italia deve moltissimo, ma che non ha gli aggiornamenti di altri vini storici, come il Barolo e il Brunello, ma anche l’Aglianico e il Nero d’Avola.
Col Chianti sai sempre quel che bevi: è il vino della nostalgia, delle memorabili trasferte toscane di Gianni Brera, il vecchio pilastro della dignità enologica italiana. Non prendi fregature, ma raramente ti commuovi. Salutiamo perciò con gran piacere il Castello Fonterutoli 2004 della famiglia Mazzei, che produce vino in quei poderi da quasi 600 anni. È un Chianti (Gallo nero) modernissimo, autorevole e ruffiano. Felicissimo il modesto (10%) contributo di Cabernet Sauvignon alla base di Sangiovese. Il miglior Chianti che ricordi da anni (34 euro in enoteca). Il Fonterutoli base (15 euro) onora la tradizione.
Un discorso a parte merita il Siepi, in cui il Sangiovese divide alla pari la presenza con il Merlot e che da un decennio trionfa sulle grandi guide. È da poco disponibile l’annata 2006. Stappatelo e dopo alcune ore troverete un vino di grande morbidezza ed equilibrio. Ma costa 70 euro e non vale il doppio dell’eccellente Castello di Fonterutoli. I Mazzei hanno comprato nuovi poderi dal grande Ezio Rivella e onorano al meglio l’enologia italiana.

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