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Panorama

Dall’aperitivo al dessert solo marsala ... Col couscous, in tutta franchezza, il marsala non c’azzecca niente. Ma i visitatori del festival dedicato da San Vito Lo Capo al meraviglioso piatto nordafricano visitino anche le
cantine Florio della vicina Marsala. Il Marsala ha uno strano destino. Alzi la mano chi da bambino non ha avuto l’ovetto rinforzato da un marsala all’uovo. Il vero marsala con quello non c’entra. Basta andare nella secolare bottaia dei Florio: il Marsala fine, quello più pregiato, invecchia per molti decenni in botti antiche. Si assaggi il Donna Franca, dedicato a quella donna bellissima che
fu immortalata da un celebre ritratto di Giovanni Soldini. Invecchiato almeno 15 anni, è uno straordinario vino da fine pasto o, meglio, da meditazione. O il Baglio Florio, frutto dello stesso vitigno (il Grillo, con grappoli diversi), che ha un arco di abbinamenti sterminato: dall’aperitivo ai
formaggi stagionati, fino alla meditazione. Perché gli italiani conoscono pochissimo questo patrimonio? Perché il ministro Luca Zaia, uomo di vino, bravo leghista con simpatie
per le cose buone del Sud, non sponsorizza il rilancio di un
prodotto che nel mondo potrebbe furoreggiare?

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