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Panorama

Il topo e l’uva ... Alimentazione. Ricercatori francesi hanno prodotto per sintesi la molecola che mima la sostanza antiossidante del vino rosso. E hanno visto che funziona... Benché nutriti con cibi grassi, non solo non hanno preso peso e non hanno sviluppato il diabete, ma sono addirittura migliorati nella resistenza muscolare, quando li hanno costretti a correre. Protagonisti del singolare esperimento sono dei topi ai quali ricercatori francesi dell’Istituto di genetica e di biologia molecolare e cellulare (Inserm-Cnrs) hanno somministrato una molecola da loro sintetizzata, l’Srt1720, molto simile dal punto di vista chimico al resveratrolo, l’antiossidante presente nella buccia dell’uva nera.
È la conclusione di ricerche pubblicate sulla rivista americana Cell Metabolism che vengono a conferma dell’ipotesi avanzata da altri scienziati già una decina di anni fa, poi suffragata da successivi studi dell’Università di Harvard e del National Institute on aging negli Usa. Studi che avvalorano il cosiddetto paradosso francese: tra i vicini d’oltralpe, nonostante una cucina ricca di burro e grassi animali, è bassa l’incidenza di malattie cardiovascolari.
Forse, ipotizzano gli scienziati, a proteggerli è l’abitudine di bere regolarmente vino rosso. Uno dei polifenoli di cui è ricca la buccia dell’uva nera, il resveratrolo, ha dimostrato, a dosi elevate, di prevenire nei topi obesi problemi solitamente riscontrati, come diabete, danni epatici e morte prematura.
Tuttavia, per assumere una quantità paragonabile di resveratrolo con il vino bisognerebbe berne 100 bicchieri al giorno, mentre per evitare le complicazioni legate all’alcol dovrebbero essere al massimo tre al giorno per l’uomo e due per la donna. “Il paradosso francese si può spiegare anche con l’elevato consumo di frutta, ortaggi e legumi, che esercitano una notevole attività protettiva” spiega Marisa Porrini, docente di nutrizione applicata all’Università degli studi di Milano.”Il resveratrolo agisce su una proteina, la Sirt1, che sembra essere in grado di modificare il metabolismo cellulare a favore dell’ossidazione dei grassi, come di solito succede quando l’assunzione di energia è bassa”.

La corsa a mettere a punto pillole con le proprietà del resveratrolo è iniziata da qualche anno. Una società con sede a Boston, la Sirtris, che punta sui farmaci antinvecchiamento, ha deciso di investire in questo filone e sta testando un medicinale a base di resveratrolo, contro il diabete di tipo 2.
I risultati ottenuti ora con l’Srt1720 sono incoraggianti, ma non consentono di anticipare se nell’uomo la molecola sintetizzata avrà gli stessi effetti che nei topi. E quali potrebbero essere le complicazioni, dal momento che si tratta di stimolare una proteina presente in vari organi. Alcune industrie farmaceutiche hanno avviato test con la Srt1720 per combattere obesità e diabete. E c’è chi ipotizza un possibile effetto su patologie legate all’età, come l’Alzheimer.
Un compito arduo. Finora i farmaci antiobesità non hanno avuto grande fortuna. Per gli effetti collaterali di tipo psichiatrico la Sanofi-Aventis ha da poco sospeso i test clinici con il rimonabant e la Merck&Co ha abbandonato gli sviluppi del taranabant. Anche la Pfizer ha annunciato di aver chiuso la sperimentazione del farmaco sperimentale Cp-945,598, un inibitore dei recettori dei cannabinoidi.

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