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Panorama

Vino & affari, il bicchiere è pieno ... In Veneto il settore vinicolo risente meno che in altre regioni della crisi. I dati sono incoraggianti. Più di 8 milioni di ettolitri prodotti nel 2008, di cui oltre 2,3 con denominazione di origine controllata (doc) e controllata e garantita (docg). Più del 20 per cento dei vini di qualità italiani è veneto ed è imminente l’istituzione, dopo Recioto di Soave, Recioto di Gambellara, Soave superiore e Bardolino superiore, di una quinta docg, quella del Prosecco. Il 60 per cento dei vini che
escono dalle cantine venete è destinato ai mercati esteri, per un valore di 995 milioni di euro l’anno.
Un sistema ricco, fatto di aziende come quella della famiglia Boscaini, da sei generazioni alla guida della Masi Agricola, che gestisce fra gli altri i vigneti storici della Valpolicella (vicino a Verona), quelli di proprietà dei discendenti di Dante Alighieri. “Da un territorio unico al mondo e dal saper fare delle nostre genti nasce un vino raro e prezioso, l’Amarone” spiega Sandro Boscaini, presidente dell’azienda che ha all’attivo oltre 12 milioni di bottiglie l’anno, il 90 per cento delle quali viene esportato. “Un gioiello del made in Veneto che va rispettato anche nel prezzo. Svenderlo sarebbe come svendere la Ferrari”. Nel 1868 Antonio Carpenè fu il primo a produrre spumante da uve di Prosecco nella zona di Valdobbiadene, in provincia di Treviso. “Abbiamo un legame inscindibile con la nostra terra” conferma oggi Etile Carpenè, quarta generazione della dinastia. “Il prestigio di un marchio porta notorietà al Veneto e, viceversa, la fama della nostra regione è determinante per distinguersi nel mondo” conclude il presidente della Carpenè Malvolti, 5 milioni di bottiglie l’anno vendute in 50 paesi.

Da un’azienda di piccole dimensioni, con 350 mila bottiglie l’anno, arriva però l’appello a una politica unitaria nella promozione dei vini veneti all’estero: “Le doc si muovono ancora in ordine sparso, manca un’immagine collettiva che ci renderebbe più forti” lamenta Renato Genovese, presidente della Mazzolada, casa vinicola della zona veneziana di Lison Pramaggiore. Gianni Zonin, presidente dell’azienda di famiglia, che è presente in 91 paesi e nel 2008 ha fatturato 86 milioni di euro, punta molto sulla nuova docg Prosecco. “Il riconoscimento di un’identità territoriale unica, che ci difenderà dagli imitatori che arrivano da America ed Est Europa” sottolinea. Il futuro? Secondo Zonin è “adeguare la produzione alla domanda, solo così si manterranno prezzi che rispettano la qualità dei nostri vini”. La viticoltura veneta vive un momento favorevole e può fare un ulteriore salto in avanti. “La nostra regione ha le potenzialità per diventare la prima realtà vinicola in Italia, merito di un buon cambio generazionale e di una struttura produttiva al passo con i tempi” dice Emilio Pedron, amministratore delegato del Gruppo italiano vini (82 milioni di bottiglie nel 2008), con sede a Verona, dove si svolge anche il Vinitaly.
Una spinta importante potrebbe venire dai 773 mila euro di finanziamenti europei che la regione destinerà alla promozione nei paesi emergenti dei vini più prestigiosi. Annuncia Franco Manzato, vicepresidente del Veneto e assessore ali’Agricoltura e al turismo: “Diffonderemo le etichette culturali, con all’interno una guida dei luoghi più belli da visitare e un chip che permetterà di guardare sul cellulare un video della zona di provenienza del prodotto. Il vino è uno dei più importanti veicoli per far conoscere il territorio”. E’ d’accordo Giancarlo Moretti Polegato, presidente del gruppo che comprende le aziende vitivinicole Villa Sandi e La Gioiosa e produce 20 milioni di bottiglie l’anno per un fatturato di 50 milioni di euro, il 60 per cento all’estero. “ Il Prosecco attrae moltissimi turisti sulle colline dell’area Valdobbiadene-Conegliano. L’enoturismo è il futuro del Veneto e di tutta l’Italia” sostiene Moretti Polegato, che ha da poco realizzato un sogno nel cassetto acquistando un vigneto nell’esclusiva zona del Cartizze. Da dove è nato un Prosecco superiore che riassume la formula vincente dei vini veneti: tipicità territoriale e prestigio internazionale.

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