Panorama

Un business che vale 2,5 miliardi, ma che ora deve coordinarsi ... Le altre grandi fiere... Bologna, Verona, Rimini, Roma, Genova, Napoli, Bari... E l’elenco potrebbe continuare a lungo. Se c’è una caratteristica pecutiare del sistema fieristico italiano, è la frammentazione e la sovrabbondanza di appuntamenti e spazi espositivi (320 milioni di metri quadrati, quando la domanda ne richiederebbe meno di 100 milioni; circa 900 eventi di ogni genere, 190 quelli internazionali contro i 130 circa della Germania). Il che crea per esempio un problema di sovrapposizione di date, oltre che di disorientamento degli operatori stranieri. “Un sistema comunque importante per la nostra economia” sottolinea Raffaele Cercola, presidente dell’Associazione esposizioni e fiere italiane, oltre che della Mostra d’Oltremare a Napoli. “Le più recenti indagini stimano in oltre 2,5 miliardi di euro la ricaduta delle fiere sull’economia nazionale, con quasi mezzo milione di persone impegnate”. Secondo l’amministratore delegato della Fiera Milano, Enrico Pazzali, ci sono stime che mostrano come ogni euro di fatturato di una grande fiera si moltiplichi di almeno 12 volte nell’indotto sul territorio. Un sistema che si muove un po’ in ordine sparso, insomma, ma che vanta saloni e rassegne che sono da tempo appuntamenti importanti per il panorama internazionale. Per esempio Verona, che nonostante la crisi ha chiuso il preconsuntivo 2009 con un significativo aumento dei ricavi del 18 per cento, un fatturato previsto di circa 82 milioni di euro, e ha appena presentato un piano industriale con 70 milioni di investimenti per adeguare le infrastrutture, ha da sempre nel filone legato all’agricoltura (Fiera agricola, Fiera cavalli, Vinitaly) il punto di forza. Il Vinitaly ha un’appendice itinerante che tocca otto paesi, fra cui Russia, Stati Uniti, Cina, Giappone, da quest’anno anche Brasile e Svezia...