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Panorama

E scoppiò la guerra della e accentata ... Un’azienda alimentare toscana, piccola ma di grande fama, dà battaglia a un colosso dell’igiene intima: perché, accusa, ha copiato un nome già registrato 17 anni fa... Sta per scoppiare una strana guerra: da una parte olio e caffè, dall’altra assorbenti igienici. In mezzo, una vocale accentata e (presto) una selva di avvocati. A dare battaglia è Giancarlo Aneri, fondatore e presidente dell’è group, una società con sede a Pistoia che produce e vende vino, olio e caffè di alta qualità; l’avversario è la Lines, una joint-venture tra l’americana Procter & Gamble e l’italiana Fater della famiglia Angelini. Tutto comincia ai primi d’agosto, quando in televisione parte una campagna pubblicitaria insistente. Il prodotto è il nuovo assorbente della Lines: rivoluzionario, assicura l’azienda, perché fatto non di cellulosa ma di lattifiex un materiale che si modella sulle forme del corpo e assorbe il doppio. Il problema, però, è il nome: “è”. Una e minuscola, accentata. La stessa vocale che dal 1993 Aneri inalbera come marchio e simbolo di una filosofia imprenditoriale. “Sto valutando le mosse per salvaguardare è group” annuncia Aneri a Panorama: “Si sta usando indebitamente quella è, che da 17 anni contraddistingue una bottega artigianale di prestigio mondiale, per un prodotto che ha una filosofia totalmente diversa”. Tra i suoi clienti, in effetti, Aneri ha Barack Obama, che apprezza molto il suo vino bianco. Nel luglio 2001 GeorgeW. Bush andò via dal convulso G8 di Genova portandosi dietro l’olio è. Mentre il caffè è è stato scelto nel 2002 per il vertice della Nato a Pratica di Mare (Roma), quello della storica intesa con la Russia di Vladimir Putin, ma anche per i grandi del mondo riuniti al G8 dell’Aquila, nel luglio 2009. Aneri, che con i suoi prodotti è da anni fornitore anche del Quirinale e di Palazzo Chigi, è scosso: “La è” protesta “racconta l’eccellenza dei miei prodotti. Che cosa accadrà adesso, per esempio nei supermercati, dove l’angolo dell’olio di qualità che ci ospita magari capiterà a 10 metri dallo scaffale dei prodotti per l’igiene intima? La gente sarà indotta in confusione forse penserà che ho ceduto il marchio. Insomma, è un grave danno d’immagine”. Il marchio è fu registrato da Aneri il 20 maggio 1993. Il deposito degli Angelini è del 20 ottobre 2009. E qui la faccenda un po’ si colora di giallo. Perché a provvedere alla registrazione presso l’Ufficio brevetti e marchi è stata la Tenimenti Angelini di Montalcino (Siena), cioè la società della famiglia che produce vino. Quindi un’azienda vicina al settore di Aneri. Ora, comunque, se la vedranno gli avvocati. Aneri si fa forte del nuovo codice dei marchi, entrato in vigore il 2 settembre: stabilisce che non sia registrabile un marchio simile a uno già esistente, anche per un prodotto differente che possa però in qualche modo ingannare i consumatori. “Ci vedremo in tribunale” promette Aneri. Insomma, sarà guerra. Anzi, guerra... è.

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