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Panorama

Storie di vini ... Bollicine col crudo, strutturati per il risotto... Mangiare il pesce con vino rosso qualche volta si può e gli chef azzardano gli accostamenti più spericolati: paradossalmente, anche a mio avviso, per certi piatti meglio un vino deciso che non qualcosa che non sia né carne né pesce. Senza esagerare, un buon Pinot nero può servire abbinamenti diversi. Ma la regola che vuole il pesce accompagnato dai bianchi resta molto solida. Anche qui, è questione di gusti. Molti per il crudo di pesce consigliano vini aromatici. Altri, visto che si sta all’inizio del pasto, suggeriscono le bollicine. A questo proposito, si può scegliere tra L’Anna Maria Clementi di Maurizio Zanella (consigliato anche per la tagliata di tonno), gli spumanti secchi di Vittorio Moretti e, su tutt’altro fronte, il Perlé nero Extra brut di Lunelli. (C’è tuttavia chi suggerisce le bollicine per il pasto intero di pesce con particolare riguardo alla frittura).Tra gli aromatici, invece, il Traminer dell’Alto Adige di J. Hofstätter può accontentare anche gli amanti di vecchie annate. Per i risotti e le paste asciutte con il pesce, già si può passare a vini strutturati. Chi vuole spendere un po’ può scegliere il Terre Alte di Livio Felluga oppure il Trebbiano d’Abruzzo di Valentini (ma con le tagliatelle ai ricci di mare c’è chi preferisce il Gavi dei Gavi della Scolca). Vanno benissimo dappertutto gli eccellenti vini di Roberto Anselmi e sarebbe molto intrigante fare il confronto su piatti diversi tra il Capitel Croce e il Capitel Foscarino. Un altro campione del Soave di grande qualità è Leonildo Pieropan con il suo Vigneto Calvarino: scegliete a piacere una delle ultime 10 annate. Anche l’intera linea di Venica & Venica può accompagnare le varie fasi del pasto. Tra i Sauvignon segnalo quelli di St. Michael Eppan (Sanct Valentin) e di Renato Keber, che si distingue anche per un grande Friulano. Al dessert, ancora Roberto Anselmi coni suoi Capitelli.

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