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Panorama

Storie di vini... Soave sorprendente... Bisogna pur dirlo: la famiglia Inama di San Bonifacio (Verona) è uno dei migliori produttori italiani di vino. E molto difficile, infatti, trovare un’alta qualità così equamente distribuita fra bianchi e rossi. Cominciamo dai primi. Vedo con piacevole sorpresa che Giuseppe Inama, scomparso l’anno scorso e sostituito oggi dal figlio Stefano, quando all’inizio degli anni 90 pensò di produrre un Soave, se ne trattenne perché l’immagine di questo vino era profondamente appannata da una irresponsabile produzione di massa. Cominciò perciò da un Sauvignon, il Vulcaia, che ha toni curiosamente bassi, ma è assolutamente ineccepibile per chi non ama gli eccessi aromatici che qualche volta sovraespongono questo vino. Ma quando gli Inama si risolsero ad attaccare con il Soave, fecero due capolavori. Il Vigneto du Lot è sorprendente e adatto a chi ama i vini rotondi con un fine profumo di antiquariato prodotto dalla barrique. Il Soave Foscarino è un’eccellente via dimezzo tra quello di base e il du Lot, presentando tutte le morbidezze dell’accento veronese. Però da questa azienda vengono anche grandi rossi. Ce n’è uno che all’inizio appare scontroso ed è l’Oratorio San Lorenzo 2006 (Carmenere in purezza), ma che quando si apre ha un fascino singolare. C’è un Cabernet Sauvignon 2004 sobrio e solenne con un retrogusto persistente e meditativo. C’è poi il Bradisismo che è un vero capolavoro. Accoppiando la severità del padre (il Carmenere) e certe concessioni materne (Cabernet Sauvignon). C’è infine il Binomio, un Montepulciano d’Abruzzo frutto della collaborazione con la Fattoria La Valentina delle Colline Pescaresi: un vino tonico, di carattere, secondo le migliori tradizioni abruzzesi.

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