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Panorama

Ok il prezzo (dell’etichetta) è giusto ... La quota di 14-I7enni che consuma alcol fuori pasto passa dal 15,5 per cento del 2001 al 18,8 del 2011: i dati dell’ultima rilevazione Istat non sono confortanti. Perché, al di là di banali criminalizzazioni, l’aumento del consumo di vino lontano dai pasti mette in evidenza un’abitudine e un approccio sbagliato. Il bicchiere di vino non può essere equiparato, o peggio confuso, con la consumazione di una qualsiasi altra bevanda. E anche la degustazione prevede modi, tempi e situazioni differenti. Ecco perché, come afferma la Coldiretti, è “necessario investire nella prevenzione, promuovendo la conoscenza del vino con il suo legame con il territorio e la cultura, a partire proprio dalle giovani generazioni”. Parole sante, ma che fare? Posto che non ci sono formule vincenti, sarebbe opportuno inaugurare una politica commerciale più attenta al portafoglio: si può (e si deve poter) bere ottimo vino senza spendere cifre da capogiro. Di pari passo occorre evitare il linguaggio da iniziati: non aiuta a comprenderlo e nemmeno a capire il modo in cui consumarlo. Raccontare il vino è anche spiegare gli abbinamenti con il cibo: una corrispondenza di saporosi sensi al giusto prezzo.

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