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Panorama

Se vedete l’etichetta Inama su una bottiglia, andate sul sicuro. Sembra uno spot, ma è una convinzione maturata negli anni. Alla guida di un’azienda che ha quasi 50 anni, Stefano lnan produce mezzo milione di bottiglie, ma non trascura la qualità. Nel passato ero rimasto colpito dai bianchi. Stavolta vincono i rossi con due campioni quasi a pari merito. Il Cabernet Sauvignon selezione 2009, scontroso dopo l’apertura come un bambino capriccioso che non vuole mostrarsi, offre l’indomani carattere profumo ed eleganza. Il Bradisismo della stessa annata è un eccellente blend di Cabernet Sauvignon e Carmenere. Vino tosto e strutturato, è comunque molto godibile. Il Carmenere Più (con un 30 per cento di Merlot) è un po’ duretto, ma è un valido vino da tutti i giorni. Tra i bianchi, il Vigneto du Lot offre un sapore pieno e aristocratico, arricchito da una fermentazione in barrique. Il Vigneti di Foscarino classico è pastosissimo con bel retrogusto. Da abruzzese amante del Cerasuolo, mi complimento per il Binomio, frutto delizioso e romantico di Inama con la Fattoria La Valentina di Spoltore (Ps).

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