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Panorama

Come investire in (bot)tiglie ... Il mattone non rende più come una volta, i più prudenti investono i propri risparmi in Bot, io invece mi permetto di suggerire le (Bot)tiglie. Non mi riferisco ai “futures”, sorta di vendita in anteprima ideata per i Bordeaux, che permettono di entrare in possesso del vino alla fine del suo periodo di affinamento, ma ai grappoli e ai vini di casa nostra. Sui quali è facile e soprattutto conviene investire. In Italia ognuno potrà trovare il vino per le proprie tasche, e per il proprio gusto, senza contare che impiegare capitali in una o più etichette piuttosto che in altre forme d’investimento offre diversi vantaggi. Dalla possibilità di lasciare presso le stesse cantine di produzione il vino che diversamente non potremmo conservare nelle condizioni più appropriate, alla scoperta di territori che non avremmo conosciuto se non avessimo deciso di diversificare il nostro portfolio enologico, sino a quel grande paracadute economico che è la possibilità di berci il nostro investimento, qualora non si rivelasse sufficientemente remunerativo. Al di là dell’annata, sempre importante, conviene prendere in considerazione vini di produttori solidi che lavorano sulla qualità e su quella definizione gustativa che è in grado di coniugare territorio ed espressività varietale. Qualche consiglio pratico? Innanzitutto sceglierei vini eleganti, mai autoreferenziali, dotati, in base alle varietà impiegate, di acidità, corpo e tannini. Questi saranno, a grandi linee, i passepartout che decreteranno la longevità dei nostri investi menti.

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