
Isola bellissima, ricca di cultura ed identità, tanto che la sua pratica agricola tradizionale, la coltivazione ad alberello pantesco, la cui viticoltura eroica impone dedizione, fatica, rispetto e la resilienza di cantine che hanno contribuito a portarla avanti e farla conoscere nel mondo, è Patrimonio Immateriale Unesco, Pantelleria è una vera e propria “perla” del Mar Mediterraneo, e della Sicilia del vino. Impossibile non innamorarsi del suo fascino antico e dei suoi mille colori, come è successo, ormai 20 anni fa, ad un’icona internazionale all’apice della carriera, modella “musa” di Chanel negli Anni Ottanta e Novanta, ed attrice in Francia ed in Italia con oltre 40 film all’attivo con maestri del calibro di Luis Buñuel, Dino Risi e Martin Scorsese: Carol Bouquet che, nel 2002, acquistò un piccolo appezzamento di terreno e, in seguito, quello dei 60 piccoli proprietari adiacenti, per farne il suo “buen retiro”, ma anche per produrre il suo vino passito, comprendendo le potenzialità di quella terra e decidendo di diventare imprenditrice vitivinicola, con l’aiuto dell’enologo Donato Lanati. Oggi, il sogno realizzato dalla passione della vip-vigneron per il Belpaese, si chiama Sangue d’Oro - che descrive bene il Passito di Pantelleria, per la preziosità del suo liquido, frutto di una lavorazione estremamente complessa, e che, fin da subito, ha ricevuto il plauso della critica - e nasce in una Tenuta di 12 ettari, di cui 3,6 attualmente vitati a Moscato d’Alessandria, lo Zibibbo, da vecchie viti che raggiungono anche gli 80 anni d’età. Un progetto vitivinicolo, ma anche culturale, nel quale Pasqua Vini, l’azienda veronese della famiglia Pasqua Vini, ambasciatrice della Valpolicella, del Veneto e dell’Italia del vino nel mondo, nell’anno del centenario, celebrato nel 2025, guardando al futuro, tra investimenti in qualità, ricerca e innovazione, ha deciso di investire per dare nuova voce, valore e visibilità all’“isola del vento”, attraverso quella della stessa modella e attrice francese, conservandone al contempo un capitale di sapere enologico italiano straordinario e un patrimonio culturale inestimabile, ma fragilissimo.
Pantelleria, infatti, terra immaginifica e aspra, custode di un patrimonio cultural-enologico unico, è sempre più segnata dall’abbandono agricolo e dalla progressiva riduzione delle superfici coltivate: se negli Anni Settanta vi venivano raccolti 450.000 quintali di uva, già nei primi Anni Duemila questa cifra è scesa a soli 28.000 quintali. E qui si gioca la prossima sfida per Pasqua Vini che inizia un nuovo progetto che si aggiunge ai tanti che hanno costellato il centenario della cantina fondata nel 1925, in Valpolicella, tra vino, arte - l’altro importante settore di investimento della famiglia Pasqua - e visione - dalla partnership con Charles Smith, faro del vino di Washington, al riconoscimento di “Brand Emergente dell’Anno” per le performance nel mercato Usa, con l’“Impact Hot Prospects Award” 2024 di M. Shanken Communications, l’editore di “Wine Spectator” - e che ora, dopo esser stati sintetizzati anche in un vero e proprio manifesto, “Pasqua House of the Unconventional”, si incontrano nella nuova scommessa sull’isola pantesca. Un approccio al mondo del vino attraverso le sue “Icons” - visionarie, ma solide espressioni costantemente premiate dalle guide, non ultimi i “Tre Bicchieri” assegnati da Gambero Rosso all’Amarone della Valpolicella Terre di Cariano 2018 Cecilia Beretta - che ora incontra la visione della cantina pantesca, per portare nel futuro, con codici rinnovati, un saper fare ancestrale, che rischia di andare perso.
“Questo progetto è una piccola “gemma” che si incastona perfettamente nella nostra visione e traiettoria di crescita di valore - ha commentato l’ad Riccardo Pasqua, al fianco del padre Umberto, presidente, con i fratelli, Alessandro, presidente Pasqua Usa, e Andrea Pasqua, che ha fatto il suo ingresso in Pasqua Vini come responsabile Business Development, seguendo l’implementazione delle partnership strategiche e dei piani di crescita della cantina, come con Charles Smith e Carole Bouquet, ed accrescendo la leadership famigliare dell’azienda - la bellezza di questi vigneti, il fascino dell’isola e il savoir-faire consolidato da Carole Bouquet in questi anni, lo rendono un’opportunità unica per noi. Vogliamo, insieme a Carole, custodire, dare voce e nuovo slancio a questa terra”. “Sono felicissima di aver incontrato la famiglia Pasqua che ha compreso il mio progetto e il mio sogno, e ha il desiderio di farlo crescere - ha aggiunto Carole Bouquet - questo passaggio di testimone significa anche un’unione di intenti, come il preservare un gioiello vinicolo di straordinario valore. Si apre una nuova fase di crescita e sviluppo per questo vino perché la famiglia Pasqua continuerà a interpretare, con nuova forza, ma lo stesso spirito, l’eccellenza espressa dagli artigiani panteschi”. “Ho la straordinaria opportunità di contribuire in modo diretto alla crescita dell’azienda di famiglia. Da membro del board ho partecipato alle decisioni strategiche prese negli ultimi anni. Nel frattempo sono cresciuto professionalmente, aprendomi a una visione internazionale grazie anche ad un’esperienza decennale molto importante e formativa nel Gruppo Lvmh” - ha spiegato Andrea Pasqua - in Pasqua abbiamo fatto passi molto significativi, che il mercato ci riconosce. Il mio entusiasmo, esperienza e dedizione sono ora a totale disposizione dell’azienda”.
È un progetto culturale ancora prima che imprenditoriale, infatti, perché desidera restituire, anche attraverso la voce della sua fondatrice Carole Bouquet, visibilità e opportunità a un territorio unico, al suo sapere enologico e a una comunità che adotta gesti antichi e coraggio contemporaneo. Ed è un progetto che rappresenta una vera sfida tecnica, perché la vera tecnologia consiste nel “sapere” il momento giusto per raccogliere e far appassire naturalmente le uve. Pasqua Vini si fa custode di questa pratica antica e usa il suo stile distintivo per raccontarne e promuoverne la forza. Il Sangue D’Oro Passito di Pantelleria Doc, infatti, è un 100% Zibibbo prodotto in Contrada Serraglia, in vigneti terrazzati protetti dal vento da muretti a secco. Il terroir è composto per il 70% pietra vulcanica e il 30% argilla e limonite. I grappoli sono colti a mano, selezionati e lasciati appassire naturalmente al sole e al vento, per circa due o tre settimane. Conclusa questa fase, le uve appassite vengono portate in cantina dove inizia il processo di vinificazione. Il vino viene conservato in acciaio inox e poi imbottigliato, per continuare a raccontare la bellezza di un’isola magica.
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