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ANALISI

Piemonte: la vendemmia 2019, secondo enologi ed agronomi, è a “quattro stelle”

Così il giudizio dei Vignaioli Piemontesi sull’annata dei record meteorologici. Tra le varietà, bene Arneis e Nebbiolo
PIEMONTE, VENDEMMIA, Italia
La vendemmia 2019 in Piemonte, a quattro stelle

È stata più avara d’uva rispetto alla 2018, ma la vendemmia 2019 in Piemonte è a “quattro stelle”, stando all’analisi di enologi, agronomi e giornalisti di settore in “Piemonte Anteprima Vendemmia 2019”, l’annuale pubblicazione curata da Vignaioli Piemontesi e Regione Piemonte in cui si analizzano dati tecnici e valutazioni sulla vendemmia appena passata e sull’andamento economico generale del comparto vitivinicolo. Un lavoro che, dal 1992, poggia sulla raccolta minuziosa dei dati regionali di maturazione delle uve e dell’andamento climatico in varie zone vitivinicole del Piemonte, svolgendo un’attività di coordinamento di tutti i tecnici viticoli e agronomi presenti sul territorio. Il 2019 vitivinicolo, così, si classifica tra l’ottimo e l’eccellente, nonostante sia stata l’“annata dei record meteorologici”: dall’anticipo del germogliamento legato all’andamento record caldo e asciutto dell’inverno alla super escursione termica nel mese di marzo, dal ritorno di freddo “storico” a maggio inoltrato alle punte estreme di temperature massime di fine giugno.
Guardando ai numeri, negli ultimi sette anni (2013 - 2019), il vigneto piemontese ha evidenziato un andamento sostanzialmente stabile e con una situazione di incremento nella fase finale. Nel 2013 la superficie vitata piemontese disponeva di 44.169 ettari, nel 2014 di 43.893, nel 2015 di 43.553, nel 2016 di 43.500, nel 2017 di 44.202, nel 2018 di 44.449 e nel 2019 di 44.677 ettari (dato aggiornato al 21 novembre 2019). In particolare crescono gli autoctoni rari: in dieci anni, tra il 2008 e il 2018, la superficie occupata da queste varietà è passata da 1.487,50 ai 1.962,38 ettari. L’aumento è stato di quasi 475 ettari, pari al 31,92%.
“Occorre essere consapevoli che abbiamo un territorio dalle infinite potenzialità - commenta l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Marco Protopapa - di grande bellezza ma anche di estrema fragilità che dobbiamo gestire, preservare e tutelare nel miglior modo possibile. Le ultime avversità atmosferiche hanno messo in risalto molte criticità del nostro territorio: dobbiamo trovare soluzioni per incentivare il ritorno a una manutenzione puntuale dei terreni specie di quelli non più interessati da colture onde prevenire gravi danni strutturali che rovinano i raccolti e che richiedono poi enormi impegni economici per i ripristini”. Per il presidente di Vignaioli Piemontesi Giulio Porzio, “tutto gira attorno a tre temi: sostenibilità, reddito, dimensioni. Sostenibilità è il grande tema di oggi e del futuro, a cui è collegata la fondamentale gestione del territorio che è sempre stata fatta dai nostri viticoltori. Ma se non garantiamo loro il reddito minimo per sopravvivere, i risultati sono quelli che abbiamo visto con il maltempo delle ultime settimane: smottamenti, frane, allagamenti. Altra riflessione va fatta sulle dimensioni delle aziende vitivinicole piemontesi. Piccolo è bello, ma ci limita. Non abbiamo la capacità di fare massa, né investimenti economici”.

Focus - I dati della vendemmia 2019 e del vino del Piemonte
Germogliamento precocissimo con un avvio di stagione freddo e con piovosità elevata, a cui sono seguite fasi climatiche alterne con picchi di calore a fine giugno. La raccolta delle uve è tornata nella normalità, tra settembre e ottobre inoltrato. Tra i vigneti del Piemonte, la produzione di vino è stimata in calo del 15%: ad oggi sono oltre 2,2 milioni gli ettolitri dichiarati ma il bilancio finale si potrà fare solo dopo il 15 dicembre, data in cui si chiudono le denunce di vendemmia. In Italia la produzione è stata intorno ai 46 milioni di ettolitri (-16% sul 2018).
La vendemmia comunque soddisfa per la qualità: dalle analisi e valutazioni svolte costantemente dal servizio tecnico di Vignaioli Piemontesi, molti vitigni sono collocati in vetta della classifica. Il risultato migliore è per l’Arneis, vicino all’eccellenza con quattro stelle e mezzo, a cui segue il Nebbiolo di Langhe e Roero e dell’Alto Piemonte, Ruché, Grignolino, Favorita, Chardonnay che si aggiudicano 4 stelle. Gli altri vitigni stanno nella sfera del buono/discreto.
Le aziende vitivinicole in Piemonte sono 18.000 su 67.000 totali, mentre gli ettari vitati sono in crescita e hanno raggiunto quota 44.667. La congiuntura economica in stallo del Piemonte non tocca il settore dell’agrolimentare a cui fa riferimento anche il vino: secondo gli ultimi dati divulgati da Unioncamere Piemonte, il settore alimentare cresce del 2,7%. Si stima una riconferma intorno al 1 miliardo di euro il valore dell’export di vino piemontese. Un export che interessa il 60% del vino prodotto in Piemonte, di cui il 70% nei paesi comunitari e il 30% nei paesi extra Ue. I principali paesi importatori sono Germania, Gran Bretagna, USA, Francia, Russia, Spagna, Svizzera, Giappone.
Le aziende vitivinicole piemontesi hanno investito 23 milioni di euro la promozione Ocm sui mercati dei Paesi terzi per l’internazionalizzazione e l’export per la campagna 2018/2019, di cui la Regione ha stanziato risorse per 8,5 milioni di euro. Il 33% della produzione vitivinicola in Piemonte arriva dal mondo della cooperazione: 37 cantine cooperative piemontesi sono associate e rappresentate da Vignaioli Piemontesi con 6.242 aziende vitivinicole.

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