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VINO VS CORONAVIRUS

Piemonte, riconvertire i fondi Ocm Promozione non spesi per lo stoccaggio del vino e non solo

Filippo Mobrici, presidente di Piemonte Land: “tante idee allo studio nella nostra casa comune. Dobbiamo essere pronti a tutti gli scenari”
CORONAVIRUS, PIEMONTE, PIEMONTE LAND, vino, Italia
Il Piemonte del vino pensa a contromisure contro il Coronavirus

I territori del vino, come è naturale, sono in allarme ed in sofferenza per l’emergenza Covid-19. E, pur nelle difficoltà enormi portate dal blocco di canali come l’horeca, la mancanza di liquidità e la necessità di portare avanti il lavoro in vigna e in cantina, si cerca di pensare a soluzioni per un futuro che, nell’immediato, sarà durissimo. Lo fa anche il Piemonte del vino, Regione tra le più importanti d’Italia e del mondo, con tante idee e misure allo studio. Lo spiega, a WineNews, il presidente di Piemonte Land, la “casa comune” di tutti i Consorzi del vino piemontese, Filippo Mobrici.
“Cerchiamo di reagire, e, di concerto con le organizzazioni agricole e di categoria, e con una Regione disposta ad ascoltare, ragioniamo su diverse proposte. Dalla vendemmia verde ad una distillazione di crisi straordinaria, che però va pensata bene, perchè non per tutte le denominazioni può avere lo stesso valore, alla riduzione delle rese, all’aumento della riserva vendemmiale, o della misura del taglio di annata, oggi, dove consentito, in misura del 15%, magari da aumentare”.
Ma c’è anche chi, come il Consorzio del Roero, guidato da Francesco Monchiero, sempre nella casa comune di Piemonte Land, ha lanciato la proposta di convertire i fondi Ocm per la promozione sui mercati internazionali che ovviamente non verranno spesi, e di utilizzarli per aiutare le cantine ad aumentare la capacità di stoccaggio del vino, attraverso acquisti o affitti di attrezzature e spazi, anche per evitare una corsa alla svendita di vino, e quindi alla distruzione di valore, all’approssimarsi della vendemmia, quando ci sarà da fare spazio in cantina.

Alcune proposte, come questa, già portate in Regione, che dovrà bussare la porta al Ministero delle Politiche Agricole che, su alcune, dovrà poi aspettare il via libera dell’Unione Europea, altre sono allo studio.
“È un work in progress continuo, dobbiamo essere pronti, sperare che le cose migliori, ma anche prepararci al peggio in una situazione come questa”, sottolinea Mobrici, che aggiunge: “stiamo facendo tutto di concerto con le organizzazioni di categoria, perchè ora più che mai dobbiamo pensare a misure che non lascino indietro nessuno, visto che in situazioni come questa a soffrire, poi, sono soprattutto gli anelli più deboli della filiera. Ma più di tutto abbiamo bisogno di sburocratizzare, il vecchio modo di pensare va superato, non ci sono i tempi: tra 5 mesi, forse anche qualcosa prima, saremo in vendemmia. Ed il tempo passa veloce”.

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