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ONORIFICENZE

Piernicola Leone De Castris e Francesco Paolo Valentini, “Cavalieri del Lavoro”

I due vignaioli, simboli della Puglia e dell’Abruzzo del vino, nominati oggi dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Un anno fa, a rinfoltire le fila dei vignaioli insigniti del titolo di “Cavaliere del Lavoro”, fu Chiara Soldati, alla guida de “La Scolca”, una delle griffe del vino piemontese, tra le cantine storiche del Gavi (qui), a testimonianza dell’eccellenza e della rilevanza culturale ed economica del settore enoico nel tessuto sociale del Belpaese, in cui gli imprenditori del vino hanno sempre giocato un ruolo importante.

Un ruolo confermato, oggi, dalla presenza, tra i 25 nuovi Cavalieri nominati oggi al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (qui la lista completa), di altri due grandi nomi del mondo enoico italiano: Piernicola Leone De Castris, alla guida della storica Leone De Castris, fondata a Salice Salentino nel 1665 da Oronzo Arcangelo Maria Francesco dei Conti di Lemos, e presente sul mercato con le proprie etichette sin dal 1925, oggi tra le realtà più solide della viticoltura del Meridione, con 2,5 milioni di bottiglie prodotte ogni anno; e Francesco Paolo Valentini, viticoltore abruzzese capace di imporsi, con i suoi vini naturali, su tutti il Trebbiano, nel difficile mercato dei fine wine, diventando una vera e propria griffe, protagonista nelle aste internazionali e sulle tavole stellate.

Non è un vignaiolo, ma con il suo intuito ha dato vita al più grande gruppo privato del vino italiano: Carlo Pesenti, alla guida del fondo di private equity Clessidra, è infatti il regista dell’operazione Argea, l’azienda nata dalla fusione di Botter e Mondodelvino. Da segnalare, dal mondo dell’industria alimentare, anche Massimo Renda, presidente e fondatore di Caffè Borbone, Roberto Danesi, pioniere della diffusione della cultura e del consumo del caffè espresso con la Danesi Caffè, e Armando de Nigris, presidente del Gruppo de Nigris, prima azienda dell’aceto balsamico di Modena.

Focus - Tutti i “Cavalieri del Lavoro” del vino

Da Piero Antinori, che con la Marchesi Antinori è uno dei massimi ambasciatori del vino e dell’eleganza enoica italiana, a Bruno Ceretto, uno dei grandi che ha fatto la storia di Barolo, da Arnaldo Caprai, la cui cantina, guidata dal figlio Marco Caprai, ha rilanciato il Sagrantino di Montefalco ed il suo territorio nel mondo, a Franco Argiolas, produttore di riferimento della Sardegna del vino, da Paolo Panerai, alla guida di Class Editori (e azionista di maggioranza del Gambero Rosso) e produttore di grandi vini in Toscana (con Castellare di Castellina nel Chianti Classico e Rocca di Frassinello in Maremma) e in Sicilia (con Feudi del Pisciotto e Gurra di Mare), da Sandro Boscaini, alla guida di una delle realtà leader dell’Amarone della Valpolicella, Masi, a Maria Cristina Loredan Rizzardi, la cui famiglia annovera tra i propri avi anche un Doge di Venezia e proprietaria della cantina Guerrieri Rizzardi, e ancora tre grandi nomi che hanno fatto la storia del vino di Sicilia, come il patriarca Diego Planeta (scomparso nel settembre 2020), fondatore della cantina Planeta, oggi guidata da Alessio, Francesca e Santi Planeta, Giacomo Rallo, creatore di Donnafugata (scomparso nel maggio 2016), oggi guidata da Antonio e Josè Rallo, e Giuseppe Mastrogiovanni Tasca, fondatore della griffe Tasca d’Almerita (scomparso nel gennaio 1998), oggi guidata da Alberto Tasca d’Almerita, o ancora Gino Lunelli, presidente ad honorem della Cantine Ferrari di Trento, oggi guidate da Matteo Lunelli (insieme a Camilla, Alessandro e Marcello Lunelli), a Marilisa Allegrini, ai vertici della celeberrima cantina della Valpolicella. Passando, ancora, per personaggi come Ezio Rivella, enologo-manager che, negli anni Ottanta del Novecento, è stato anima della nascita di Castello Banfi, uno dei più grandi investimenti privati nati da zero (da parte della famiglia italo-americana Mariani) nel mondo del vino italiano. Fino, ovviamente, a Chiara Soldati, Piernicola Leone De Castris e Francesco Paolo Valentini.

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