Chiamatelo pure “superbasilico” perché quello coltivato nelle biosfere sottomarine dell’Orto di Nemo dimostra di avere qualcosa in più rispetto ai suoi “colleghi” che crescono sulla terraferma: più verde, più aromatico e ricco di sostanze antiossidanti. La notizia arriva dall’Università di Pisa, dove un team di ricercatori ha avuto il compito di valutare la risposta delle piante a condizioni di vita particolari come quelle che si trovano in fondo al mare. L’Ateneo di Pisa è uno dei partner scientifici dell’Orto di Nemo, un progetto partito nel 2012 e promosso da Mestel Safety del Gruppo Ocean Reef, società che si occupa di strumentazioni subacquee, con l’obiettivo di realizzare un sistema alternativo di agricoltura per aree in cui le condizioni economiche o ambientali rendono difficile la crescita di specie vegetali a livello del suolo. Il basilico sotto osservazione è stato coltivato in biosfere di metacrilato di alcuni metri di diametro immerse nel mare tra i 6 e i 10 metri di profondità di fronte a Noli, al largo delle coste della Liguria, terra che, come è noto, annovera tra le proprie eccellenze il basilico. Dall’analisi è emerso che il basilico cresciuto nelle biosfere è carico di polifenoli e di pigmenti fotosintetici (clorofille e carotenoidi) per catturare meglio la minor luce che riceve rispetto a quella terrestre. È inoltre più ricco di metil eugenolo, l’aroma volatile caratteristico del basilico genovese, rispetto a quello tradizionale che cresce sulla terraferma. Dal punto di vista dell’aspetto non sono emerse differenze morfologiche al microscopio a scansione. Adesso non resta che aspettare il test ai fornelli, magari proprio con la preparazione di un piatto di linguine al pesto...
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024