Per crescere nel mercato del vino, in particolare per chi produce solo dai propri vigneti, con le proprie uve, le uniche cose da fare sono migliorare la qualità, cercare di far crescere i prezzi e migliorare il mix di prodotti. Che è la “ricetta” realizzata, nel 2018, dalla prima azienda privata del vino d’Italia per fatturato, Antinori, uno dei nomi più importanti del panorama enoico italiano e mondiale. Un’indicazione chiara, che viene dalla lettura dell’anno che sta per chiudersi fatta nei giorni scorsi da Piero Antinori, per la chiusura del Master in “Cultural heritage. Creativity, innovation & management”, a Firenze.
“Il 2018 è stato un anno positivo, la vendemmia è andata bene nonostante le difformità da zona a zona per l’andamento meteorologico. Siamo molto soddisfatti di questa annata, anche dal punto di vista delle vendite è stata positiva, non possiamo lamentarci, e per il prossimo anno - ha spiegato Piero Antinori - prevediamo una leggerissima crescita. Non abbiamo la possibilità di crescere più di tanto perché le produzioni sono quello che sono, e noi facciamo i nostri prodotti solo nei vigneti di proprietà. Ma ogni anno riusciamo a migliorare il mix di prodotti, la qualità e a venderli sempre a un prezzo più alto e adeguato”.
E per un’azienda che mette insieme già 2.700 ettari di vigneti di proprietà, spiega Antinori, “non ci sono altri processi di acquisizione concreti, ma nel corso dell’anno è probabile che qualcosa venga fuori”.
Infine, da uno dei pionieri della diffusione del vino italiano nel mondo, una lettura sul quadro internazionale, dove c’è preoccupazione soprattutto per la questione dazi, pensando soprattutto agli Usa: “per fortuna i prodotti agricoli di qualità non sono stati toccati, e spero che anche in futuro non ci siano novità negative in questo senso”.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024