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Possono algoritmi e test a risposta multipla fornire un consiglio valido per un’etichetta? Si, secondo la startup milanese “Vino à porter”, che usa questi strumenti per suggerire (e consegnare in tutta Italia) vini su misura per i gusti del cliente

Spesso davanti agli scaffali della gdo o di un’enoteca la varietà dell’offerta finisce per essere controproducente: con così tante etichette sconosciute negli occhi si può infatti finire per rifugiarsi sul già sperimentato, per evitare il rischio di un qualcosa di nuovo e potenzialmente non affine ai propri gusti - a meno che non ci si affidi a un consiglio da parte di chi sa che gusti abbiamo, anche spannometricamente. Ed è questo il modus operandi di “Vino à porter” (www.vinoaporter.com), una start-up meneghina che punta proprio su strumenti automatizzati per abbinare un’etichetta ai gusti dei propri utenti.
Tramite due rapidi test a risposta multipla, che in meno di dieci clic l’uno “tracciano” il profilo del palato dell’utente e delle sue preferenze di abbinamento tra cibo e vino, l’algoritmo della start-up, fondata da tre giovani imprenditori e supportata dalla consulenza di un sommelier Ais, suggerisce in modo automatico due vini. Nel caso in cui l’utente fosse convinto della scelta le bottiglie possono essere ordinate in pochi clic e consegnate in meno di un’ora nell’area di Milano, o entro 48 ore in tutta Italia. La formula di “Vino à Porter” è senz’altro interessante, specialmente perché si focalizza su etichette di produttori meno conosciuti: resta solo da vedere quale sarà la risposta degli enoappassionati.

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