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“PREMIO RABELAIS”: I POETI DEL VINO? SONO DUE TOSCANI ED UN GENOVESE

Francesco Camerini, 32 anni, di Donoratico (Livorno) e Antonio D’Elia, 29 anni, di Genova: sono i vincitori assoluti (per la sezione adulti e under 30) del “Premio Rabelais”, concorso nazionale di poesia sul vino tenuto ad Offida (Ascoli Piceno), istituito per la campagna nazionale “Vino e giovani”, promossa da Enoteca Italiana (Siena) e dal Ministero delle Politiche Agricole per sensibilizzare le nuove generazioni (18-30 anni) al bere corretto e moderato. Assegnato anche il premio speciale della giuria ad un altro artista toscano, Alessandro Valenti, 46 anni, di Siena. A consegnare i premi Fabio Carlesi, segretario generale dell'Enoteca Italiana, il quale ha sottolineato l’importanza educativa del progetto.

“Faccio scrivere le poesie ai bambini delle elementari e delle medie - racconta Francesco Camerini, che compone dall’eta di 18 anni e deve il suo rapporto con il vino ad un nonno contadino che dall’Umbria si era trasferito in provincia di Livorno, il quale gli ha insegnato tutti i segreti della vigna, dalla coltivazione al bicchiere - Credo che il vino sia un tramite tra gli uomini e il trascendente: come Dioniso, dà la possibilità di liberarsi dalle catene del mondo civile e di mettersi in contatto con il mondo naturale. Sono molto contento di avere vinto il primo premio, il livello era molto alto e l’organizzazione mi è sembrata impeccabile”.

“E’ stata una bellissima esperienza. La mia poesia - spiega invece Antonio D’Elia - è stata ispirata dalla lettura di una lettera di un condannato a morte della Resistenza: mi aveva colpito il fatto che questo contadino, figlio di nessuno, quando ha avuto la possibilità di scrivere l’ultima lettera alla moglie, dopo averle dichiarato il suo amore, le raccomanda di badare alla terra che aveva coltivato e al vino, quasi che in qualche modo fossero stati i suoi genitori adottivi. Un messaggio di speranza che ho pensato di trasferire ai migranti e ai diseredati, nel senso di recuperare e rappresentare un po’ il significato del vino come passione per queste persone che usano spesso il vino proprio perché sono senza speranza”.

“E’ stata una soddisfazione grandiosa, sono ancora emozionato - commenta Al Valenti - un riconoscimento per un’opera letteraria è per me una cosa completamente nuova. Nella mia poesia ci sono due personaggi: Tazio, che beve il vino a tazze e Cinizio che invece sorseggia, beve il vino a cin e attraverso il brindisi trova l’amore di una donna. E’ questo il messaggio che vorrei dare ai giovani: il vino è bello se si impara a degustarlo, è il modo migliore per stare insieme e per stare in rapporto con altre persone”.

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