La premiumizzazione del mercato Usa continuerà, così come avrà continuità la crescita dei vini di importazione, anche in questo caso nel segmento più alto. Nello stesso tempo, la produzione domestica crescerà, sia a livello produttivo che di mercato, anche grazie ad una California che resterà cuore vitivinicolo degli States, ma sempre più affiancata dalle produzioni di Stati come l’Oregon e Washington, ormai qualcosa di più che territori emergenti. Sono le indicazioni su quello che oggi è il primo mercato del vino al mondo, ed il più importante partner del Belpaese enoico, che arrivano dalle parole di Ernest J. Gallo, terza generazione della famiglia che guida il colosso E. & J. Gallo, il più grande produttore di vino al mondo, con un volume di 86 milioni di casse, e marchi di proprietà come Barefoot Cellars, Gallo Family Vineyard, La Marca ed Ecco Domani, tra i tanti dedicati al mercato di massa, Louis M. Martini, Orin Swift e William Hill Estate tra quelli del segmento premium, ed un portfolio di grandi marchi, soprattutto italiani, in distribuzione, come Allegrini, Renato Ratti, Argiano, Pieropan, Poggio al Tesoro, Jermann e Brancaia.
Una visione che Ernest J. Gallo ha confidato in un’intervista a “Shanken News Daily”, in vista della sua salita al vertice della E. & J. Gallo, di cui il figlio dell’attuale presidente Joseph Gallo, e nipote del cofondatore Ernest Gallo, diverrà Ceo dal 1 maggio 2020.
“Così come il mercato va verso i vini di fascia premium, così continuerà a fare Gallo”, spiega Ernest J. Gallo, e la stessa strada sarà seguita anche con i vini di importazione, anche grazie al buon successo del progetto “Lux Wines”.
Nello stesso tempo, il mercato americano crescerà, e la concorrenza aumenterà per tutti, anche perché la produzione Usa, che è saldamente ancorata alla California, da dove arriva oggi quasi il 90% del vino statunitense, sta crescendo e, soprattutto, si sta articolando, con realtà come l’Oregon, ormai tra i punti di riferimento a livello mondiale per il Pinot Nero, o lo stato di Washington. Dove, non a caso, negli ultimi anni, Gallo ha investito molto acquisendo marchi, cantine e vigneti.
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