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PRIMA LE DIVERGENZE DI DATI SULLE DIMENSIONI DEL “VIGNETO ITALIA” E SULLA PRODUZIONE 2007 … A GIORNI CASISTICHE SU “NORMATIVA E ISTITUZIONI”. A WINENEWS.TV L’AUTORE, IL GIORNALISTA NICOLA DANTE BASILE VINO, SPIEGA L’INCHIESTA GIORNALISTICA DE “IL SOLE 24

Italia
Vigne d’Italia

“Vino, i conti non tornano”, è il titolo di un articolo apparso il 20 aprile su “Il Sole 24 Ore”, firmato da Nicola dante Basile, che è solo la prima puntata di un’inchiesta giornalistica della firma del vino del quotidiano di Confindustria.

Nell’articolo, Basile ha cercato di fare il punto sulla divergenza di dati sulla dimensione del “vigneto Italia” e sulla vendemmia 2007 che, per l’Istat, dati di gennaio, ha prodotto 42,9 milioni di ettolitri, risultato scarso che ha contribuito all’aumento dei prezzi del vino e dei mosti, mentre per l’Agea, l’Agenzia per l’erogazione in agricoltura che gestisce tra l’altro i contributi dell’Unone Europea, ha fruttato, dati di marzo, 48 milioni di ettolitri.

Il balletto delle cifre però non è certo una novità. Perché la notizia esce fuori adesso? “Ho cercato di fare - spiega Basile - un analisi del “vigneto Italia”, che condivide il primato di paese produttore con la Francia. Ma è un dato che va erodendosi sempre di più, perché c’è una tendenza alla riduzione dei vigneti e della produzione, ma anche di un indiscutibile aumento della qualità. Il problema nasce quando bisogna dare una dimensione esatta: i risultati sono contraddittori a seconda della fonte, qualsiasi sia la voce presa in esame (vigneti, addetti, produzione …)”.

Ma da dove nasce l’inchiesta?

“A gennaio, l’Istat ha tirato fuori il dato dei 42,9-43 milioni di ettolitri. All’inizio di marzo, l’Agea, l’agenzia del Ministero delle Politiche Agricole che si occupa di distribuire i fondi europei alle aziende (attribuiti anche in base alle quantità prodotte), dice che sono 48 milioni di ettolitri. Una differenza enorme, di quasi il 12%”.

Quando sono uscite le proiezioni Istat, secondo Basile, anche a causa della congiuntura e della carenza di materia prima, i prezzi di mosti e vini sono cresciuti di molto, e in alcuni casi “anche del 100% come per il Prosecco. Quindi l’Italia - precisa Basile - tra qualche mese, quando andrà a vendere le nuove annate, si troverà in difficoltà contro altri competitor che hanno avuto aumenti più ragionevoli”.

“Ma l’altro aspetto, che è anche un sospetto, riguarda l’Agea: a Bruxelles si chiedono - continua il giornalista de “Il Sole 24 Ore” - perché prima l’Istat ha dato come quantitativo 43 milioni di ettolitri, e poi l’Agenzia ne ha dichiarati 48. Dal momento che - dice esplicitamente Basile - dichiarare di più vuol dire incassare di più a livello di fondi Ue, il sospetto che può nascere è facilmente immaginabile. Ed è un’immagine che non va bene, soprattutto in un momento delicato come questo non solo per il vino, ma per tutto il made in Italy agroalimentare. Non c’è dubbio che ci sia un attacco concentrico da parte dei concorrenti, ma questo fa parte delle regole del gioco. L’Italia si deve difendere, ma per farlo prima di tutto si deve essere corretti”.

Secondo Basile, manca una struttura a livello nazionale che agisca da coordinamento e fornisca alle autorità i dati certificati “della produzione, del consumo, ma anche degli ettari: in questo senso, Eurostat parla di 830.000, Federvini di 550.000, Coldiretti dice 680.000. Cosa deve pensare chi vede la situazione da fuori. È una situazione aberrante, è il sistema paese che non funziona”.

Il balletto delle cifre, però, non è certo una novità. Perché la notizia esce proprio in questo periodo?

“A livello di discrepanza dei dati, è evidente che qualcosa non ha funzionato nella raccolta e nella trasmissione, prima degli agricoltori alle associazioni, e poi da queste al Ministero che a sua volta deve fornirli all’Unione Europea che in base a questi fornisce gli aiuti. Sia i dati dell’Agea che quelli dell’Istat possono essere veritieri, ma bisogna darne uno, e questo deve venire dall’autorità. Poi la notizia è uscita ora - conclude Basile - perché dopo vent’anni che mi occupo di vino, e dal momento che ho vissuto i due momenti di scandalo, quello del metanolo e quello del “veleno” di questi giorni, che poi veleno non è, e sono state prese per buone cose non vere (in questo caso c’è stato un misanderstanding sia da parte delle autorità che della stampa, precisa Basile), costatando questa mancanza di dati, ho fatto un primo articolo, al quale seguirà un secondo, che sarà pubblicato nei prossimi giorni, in cui affronterò delle casistiche relative alla normativa e alle istituzioni stesse”.

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