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PRIMO SÌ AL DECRETO “TUTELA DELLE DENOMINAZIONI DI ORIGINE E DELLE INDICAZIONI GEOGRAFICHE DEI VINI”. IL MINISTRO ZAIA: “INNOVAZIONE STORICA”. MARTELLI (ASSOENOLOGI): “RIFORMA CHE SEMPLIFICA”. PERCORSO BUROCRATICO, PERÒ, ANCORA LUNGO

Italia
Il Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia

Arriva il primo sì del Consiglio dei Ministri al nuovo decreto legislativo sulla “tutela delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche dei vini”, ovvero alle modifiche della 164/1992, la legge quadro del vino italiano.
“Questa legge si pone - spiega il Ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia - l’importante obiettivo di mettere ordine in uno dei settori più prestigiosi e importanti dell’agroalimentare italiano, qual è quello del vino Si tratta di un provvedimento che si incardina sulla tutela e sulla valorizzazione della qualità di un prodotto d’eccellenza del nostro Paese, istituendo la terzietà dei controlli che non saranno più in capo agli stessi Consorzi vini, dando inoltre un taglio a norme e burocrazia inutili, istituendo anche uno sportello unico”.
Dopo 17 anni dall’entrata in vigore della legge 164 del 1992, il testo legislativo più importante del mondo del vino italiano, per certi versi ancora attuale e non del tutto applicato, viene rinnovata la sua materia. Il decreto legislativo in questione, dopo un lungo lavoro di concertazione con le parti sociali, la filiera e le Regioni, modifica, infatti, la legge vigente e la adegua alle profonde innovazioni introdotte dalla nuova Ocm vino.
“Questa nuova legge - continua il Ministro - presenta una novità di portata storica: sarà infatti un soggetto terzo a decidere sulla qualità dei vini, e non più i Consorzi. Se un provvedimento simile fosse stato varato tempo addietro, casi come quello del Brunello non sarebbero accaduti. In questo modo invece saranno tutelati tutti quei produttori onesti che ogni giorno fanno il proprio lavoro con serietà e rispettando le regole. Le aziende interessate al provvedimento sono ben 265.000. Dobbiamo evitare il ripetersi di scandali che vadano a intaccare l’immagine del vino italiano, simbolo del Made in Italy nel mondo”.
Anche dall’Assoenologi è felice: “questa è una riforma importantissima - afferma Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi, che il Ministro Zaia ha messo a capo del Comitato Nazionale Vini - che effettivamente semplifica diverse procedure e, soprattutto, sburocratizza determinati comparti, eliminando un mucchio di carte. Ad esempio, la nuova legge prevede l’eliminazione degli albi dei vigneti doc e gli elenchi dei vigneti Igt, determinando un’unica dichiarazione riferita al catasto viticolo. Poi, si eliminano i passaggi intermedi e tanta burocrazia nelle dichiarazioni del quantitativo di produzione riferito agli ettari. Si elimina inoltre l’albo degli imbottigliatori presso le Camere di Commercio, dato che sono già registrati a livello ministeriale. Aver eliminato i lacci e laccioli della burocrazia è un passaggio storico - conclude Martelli - e consentirà ai professionisti di dedicare più tempo alla produzione e alla commercializzazione”.
Il percorso del decreto legislativo è, però, ancora tortuoso. Il Ministro delle Politiche Agricole ha ricevuto il sì del Consiglio dei Ministri ad andare avanti sullo schema legislativo che ha proposto, che, peraltro, non rappresenta il testo definitivo e dovrà confrontarsi con la Conferenza Stato-Regioni e, successivamente con il Parlamento, passando al vaglio di entrambe le Commissioni Agricoltura di Camera dei Deputati e Senato della Repubblica. Infine, se il provvedimento sarà accettato in tutti questi passaggi, dovrà tornare al Consiglio dei Ministri per l’approvazione definitiva e poi al Presidente della Repubblica per la promulgazione.
Dato che le modifiche contenute nel testo legislativo non sono state esenti da critiche e suggerimenti ulteriori, è da considerare probabile una sua più accurata analisi ed eventuali cambiamenti. In più, se come paventato da più parti, l’attuale Ministro dovesse lasciare la sua carica per altra destinazione, bisognerà vedere se il nuovo Ministro continuerà nella strada segnata da Luca Zaia. E, intanto, potrebbe scadere la delega legislativa che dovrebbe essere rinnovata, ricominciando la procedura da capo. Insomma, per dirla con il famoso allenatore italiano Trapattoni, “non dire gatto se non l’hai nel sacco”.

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