Il Prosecco de La Marca con 6.628 referenze (per etichetta, annate e formati di bottiglia) in 4.623 locali, il Pinot Grigio di Santa Margherita con 5.131 in 3.773 wine bar e ristoranti, e poi il Pinot Grigio delle Venezie dell’azienda californiana Ecco Domani, con 3.400 referenze in 2.743 locali: ecco il podio dei vini italiani più diffusi nelle wine list americane, secondo la classifica stilata da “Wine2Wine”, il business forum di Vinitaly (che sarà di scena il 13-14 novembre 2023 a Verona), in partership con Somm.ai, che si annuncia come il “più grande data base di wine list” in costante aggiornamento.
Un dato, quello diffuso, che fotografa, dunque, la situazione al 1 settembre 2023, e che consegna una dimensione delle etichette più presenti nei locali americani, dove a vini di largo consumo come quelli che compongono il podio (e che hanno un prezzo medio inferiore ai 60 dollari) si alterano perle più rare e costose, eppure ben presenti nelle liste dei vini, a conferma di una grande maturità e passione della clientela della ristorazione americana per i vini italiani di ogni prezzo. E così, al n. 4, c’è il primo alfiere di Antinori, il Tignanello, presente con ben 3.050 referenze in 1.871 locali (e con un prezzo medio a “bottiglia” di 250 dollari), davanti ad un altro mostro sacro come il Sassicaia della Tenuta San Guido, con 2.765 referenze per 1.369 ristoranti, e con un prezzo medio di 462 dollari, davanti al Prosecco di Ruffino, che è presente con 2.203 referenze in 1.553 liste, seguito da un altro diamante del vino italiano come l’Ornellaia della Tenuta dell’Ornellaia di Frescobaldi (prezzo medio a 453 dollari), con 2.014 referenze in appena 926 locali. A chiudere la “top 10” il Prosecco Lunetta di Cavit, con 1.805 referenze in 1.366 liste, il Brunello di Montalcino di Castello Banfi, con 1.802 “placements” per 1.252 “accounts”, e poi il Chianti Classico Riserva Ducale ancora di Ruffino, con 1.717 referenze per 1.172 liste.
Ma scorrendo la lista, che si ferma a 150 etichette, si trovano tutti i nomi più importanti del vino italiano, da Gaja a Bertani, da Allegrini a Produttori del Barbaresco, da Guado Tasso a Jermann e Pian delle Vigne (tutte di Antinori) a Masseto, da Zonin a Masi, da Pio Cesare a Biondi Santi, da Mezzacorona a Michele Chiarlo, da Caparzo a Zenato, da Pieropan a Montevertine, da Rocca delle Macie a Fontodi, da Tenuta Col d’Orcia a Romano dal Forno, da Adami a Borgogno, da Pio Cesare a Ciacci Piccolomini d’Aragona. A Giacomo Conterno, con il suo Barolo Monfortino presente con 482 referenze in soli 152 locali, e con un prezzo medio altissimo, di 1.803 dollari a bottiglia, seguito, in questa particolare classifica, dal Masseto, che “si ferma” a 851 dollari.
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