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AGRICOLTURA E POLITICA

Protezione delle produzioni agricole e dei redditi degli agricoltori: Confagricoltura chiama Ue

I messaggi dell’Assemblea di Roma. Il presidente Giansanti: “non chiediamo solo regole, ma una visione nuova, che unisca sostenibilità e reddito”

Chiedere alle istituzioni italiane ed europee di proteggere le produzioni agricole, la stabilità economica, la sicurezza alimentare e il reddito degli agricoltori, con una visione nuova e ambiziosa per il settore, che si trova davanti a sfide epocali. Lo chiede la Confagricoltura, guidata da Massimiliano Giansanti, nell’Assemblea Nazionale al Teatro Argentina a Roma, nel giorno in cui tutta l’attenzione mediatica è concentrata, comprensibilmente, sul riconoscimento della Cucina Italiana a Patrimonio Unesco, che sicuramente aiuterà tutte le filiere agricole e alimentari, ma che non cancella certo di colpo le problematiche e le battaglie che l’agricoltura italiana si trova ad affrontare. In Italia ed in Europa, come ricordato oggi.
“Ora più che mai dobbiamo fare squadra con tutta la filiera agroalimentare, che ha già ottenuto risultati straordinari, grazie anche all’impegno delle nostre istituzioni, e che può dare ancora di più se supportata da una visione ambiziosa”, ha detto Giansanti, soffermandosi sulla “necessità di uno sforzo a livello europeo per proteggere le produzioni agricole. Sforzo che si traduce in una Politica agricola comune adeguata ai tempi e alla necessità di garantire stabilità economica, sicurezza alimentare, reddito alle imprese. Oggi, qui a Roma, nel cuore della città, noi lanciamo una sfida. All’Europa non chiediamo solo regole, chiediamo una visione nuova, che unisca sostenibilità e reddito, sicurezza alimentare e transizione energetica, innovazione e lavoro di qualità. Per costruire questa Europa serve un’alleanza nuova. Agricoltori, finanza, energia, previdenza, assicurazioni, lavoro, ambiente”.

“L’anno prossimo con orgoglio, rivendico la nascita di un’osservatorio permanente sui grandi temi della geopolitica. Lo faremo sulle energie e lo faremo con una serie di amici, proprio per promuovere lo studio di ciò che oggi è necessario per promuovere sempre di più la capacità di produrre energia verde da fonti rinnovabili”, ha detto ancora Giansanti, aggiungendo che “vorremmo essere protagonisti anche sui grandi temi della sostenibilità che per noi non è un termine vuoto, ma significa scienza e ricerca applicata all’agricoltura, significa sistemi infrastrutturali in grado di poter trasportare con minor livello di emissioni le nostre produzioni nel minor tempo possibile e al minor costo sui mercati globali. E allora anche sui grandi temi infrastrutturali noi vogliamo dire la nostra: il ponte di Messina ci serve. Se guardiamo alcuni dati che ci arrivano dall’Europa, l’Italia non può continuare a scontare un gap infrastrutturale che non ci rende competitivi nei grandi mercati europei e internazionali e continuare a dire no allo sviluppo dei sistemi infrastrutturali. Quindi sempre di più parleremo con il Ministro Salvini”.
Poi, un appello all’unità: “dobbiamo fare squadra. L’Europa è il nostro spazio di futuro, ma anche l’alleanza della filiera agroindustriale va rafforzata sempre di più, e quindi già dalla prossima primavera, organizzeremo un grande momento di confronto per costruire quello che per noi vuole essere il manifesto dell’agricoltura e del futuro dell’agroindustria”. E guardando al futuro più prossimo, che per l’Italia vuol dire anche Legge di Bilancio, Giansanti ha detto che è necessario “trovare quelle risorse per rilanciare tutto il tema dell’innovazione: è nella proposta del Governo il rilancio di Agricoltura 4.0, vanno aggiunti dei fondi ovviamente per consentire alle imprese di investire in innovazione, ma chiedere di più non significa mettere sotto accusa il Governo. Mai come in questo momento ci troviamo nella necessità di promuovere l’innovazione: alcuni anni fa eravamo arrivati ad oltre 2 miliardi e mezzo di innovazione con il credito d’imposta, oggi abbiamo bisogno di rilanciare in maniera significativa la produzione agricola, che, però, possa utilizzare gli strumenti della ricerca. Anche a Bruxelles in questi giorni è stato approvato a livello di Trilogo il tema delle Tea, di queste piante che resistono meglio, ma certamente poi per promuovere ricerca e innovazione ci vogliono risorse economiche”.
Ma, intanto, il 18 dicembre Confagricoltura parteciperà alla grande manifestazione di protesta degli agricoltori europei a Bruxelles: “non possiamo permetterci che l’Ue disinvesta sull’agricoltura - aggiunge Giansanti - mentre in altre parti del mondo si stanziano risorse importanti a difesa degli agricoltori. Noi invece stiamo assistendo a un disarmo sul settore primario”. I numeri che accompagnano questo scatto di orgoglio ci sono: la filiera agroalimentare rappresenta il 15% del Pil e l’export ha superato i 70 miliardi  di euro. “Ma oggi è diminuita la capacità di spesa dei consumatori e anche noi dobbiamo difendere il nostro comparto. Proteggere l’agricoltura significa proteggere l’identità del nostro Paese. Come associazione dobbiamo andare oltre, farci carico del cambiamento per costruire modelli nuovi, allargando i nostri orizzonti”, ha sottolineato ancora Giansanti.
Parole che il presidente Ice, Matteo Zoppas, ha ripreso nel suo intervento, in cui ha ricordato “il grande lavoro per la candidatura della cucina italiana e l’impegno dell’Agenzia sulla promozione internazionale”. Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha elogiato “l’enogastronomia e il suo ruolo quale emblema di eccellenza, di stile e di qualità italiana, oltre che di attrattività”, mentre Matteo Lunelli, presidente e ad Ferrari Trento e Gruppo Lunelli, ha sottolineato come questo sia “un momento storico ricco di sfide e che il vino italiano riuscirà a vincere la sfida dei dazi”.
Fondamentale, però, che le filiere siano “alleate non solo sulla carta, ma devono condividere valori e obiettivi”, ha detto Angelo Mastrolia, presidente NewPrinces (multinazionale che controlla, tra le altre, Carrefour Italia e Centrale del Latte d’Italia, ndr), mentre Marzia Varvaglione, presidente Ceev, che rappresenta le imprese europee del vino, ha sottolineato che “mai come in questo periodo occorre difendere il valore della competitività delle imprese, senza dimenticare il dialogo con altri professionisti, anche del mondo della nutrizione, per arrivare ai giovani parlando il loro linguaggio”.
Serve, però, “un dialogo più fitto tra l’agricoltura e il consumatore finale, che è interlocutore fondamentale”, ha ricordato Sara Farnetti, nutrizionista e presidente Agronetwork, mentre, a proposito di consumi, Zefferino Monini, presidente e ad Monini, ha ricordato come “in Italia siano in aumento quelli di olio extravergine di oliva, ma a fronte di un calo della produzione e di un gap che occorre recuperare, investendo sulla comunicazione della qualità italiana”.
Affermazione condivisa dal Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che ha ricordato l’impegno, anche economico, del Governo per il settore primario: 15 miliardi in tre anni. Una centralità che, per il Ministro, “deve essere riconosciuta dall’Europa, nata proprio ponendo al centro l’agricoltura e che oggi non difende a sufficienza le sue produzioni”.

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