La Germania in testa, con 1,1 miliardi di euro di vino italiano importato nel 2021, e poi il Regno Unito, con 742 milioni, e poi via via Francia, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca, Belgio, Polonia, Austria, Finlandia, Romania, Lussemburgo e così via: i mercati del Nord Europa, per le cantine del Belpaese, nel 2021 hanno rappresentato un giro d’affari di oltre 3 miliardi di euro, sui 7,2 di export complessivo. Con un 2022, almeno a guardare il dato Istat di gennaio, partito in crescita ovunque, ad eccezione del Regno Unito. Mercati che saranno l’obiettivo principale delle oltre 1.400 cantine italiane (la rappresentanza nazionale in assoluto più nutrita) protagoniste a Prowein 2022, che, dopo lo stop nei due anni di pandemia, torna a Dusseldorf dal 15 al 17 maggio, con la sua vocazione internazionale e squisitamente commerciale, con oltre 5.500 espositori da 60 Paesi (compresi Finlandia, Hong Kong, Lituania e Singapore).
“Nessun altro evento al mondo offre una tale gamma completa di prodotti. Il Covid-19 non può rallentarci”, afferma Michael Degen, direttore esecutivo Messe Düsseldorf. Ovviamente, tra tanti focus e degustazioni, non mancheranno approfondimenti su tematiche e trend con cui il settore sta facendo i conti. Dall’impatto alla gestione del cambiamento climatico passando per il fenomeno dei vino “low o zero alcol”, che saranno approfonditi in più momenti nei “Trend Hour Tastings”, all’enoturismo, fenomeno che secondo uno studio di Dwi e Hochschule Geisenheim, nel 2019, ultimo anno pre-covid, a livello mondiale ha generato un fatturato di 29,9 miliardi di euro. E, in vista di una grande ripartenza dell’enoturismo mondiale, sarà di scena anche la mostra speciale “Caravaning”, che nasce dalla collaborazione tra ProWein e il Caravan Salon di Dusseldorf. Tra le grandi degustazioni internazionali, spiccano, come sempre, quella dell’Union des Grands Crus di Bordeaux, con più di 100 chateaux che metteranno sotto i riflettori l’annata 2019, e lo spazio dedicato alle bollicine francesi, con la “Champagne Lounge”, ma anche ccon oltre 120 maison presenti in fiera. Ovviamente focus anche sul biologico, “Organic World” con le associazioni internazionali Biodyvin (Francia), Bioland e Consorzio Vignaioli del Trentino (Italia), Demeter, Ecovin e Vignerons de Nature (Francia) oltre ai singoli espositori provenienti soprattutto da Italia, Grecia, Francia e Spagna. Ed in un periodo in cui il tema della logistica e del packaging per l’industria del vino sono centrali, tra aumento dei costi e scarsità di materie prime e servizi di trasporto, diventa decisamente interessante lo spazio “Packaging & Design”, dove saranno presentate anche soluzioni innovative per il commercio del vino. E a segnalare un trend che vede birre artigianali, sidro e altre bevande fare sempre più concorrenza al nettare di Bacco, torna anche “Same but different”, lo spazio dove i concetti chiave saranno artigianalità e regionalità dei prodotti.
Ma, ovviamente, il vino è il grande protagonista, e quello italiano in particolare, con una presenza nutrita, la più ampia (ben davanti alla Francia, seconda con 1.100 espositori), capace di esprimere la varietà di territori (dall’Alto Adige alla Sicilia) e di aziende, dalle piccole griffe alle realtà più strutturate, alle grandi cooperative. Con nomi che vanno da Allegrini ad Altesino, da Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute ad Angelini Wines & Estates, da Argiolas ad Arnaldo Caprai, da Poliziano a Secondo Marco, da Zaccagnini a Dal Forno, da Berlucchi a Gini, da Sandrone Luciano a Zymè, da Planeta Baglio del Cristo di Campobello, da Banfi a Borgogno, da Bortolomiol a Cantina di Soave, da Toblino a Tollo, dai Vignaioli del Morellino di Scansano a Bava, da Marchesi di Barolo a Lunae Bosoni, da Settesoli a Carpenè Malvolti, da Carpineto a Sartori, da Zonin 1821 a Emilia Wines, da Casanova di Neri a Mezzi, da Caviro a Cavit, da Ruffino a Tasca d’Almerita, da Cottanera a Cusumano, da Di Majo Norante, da Donnafugata a Cecchi, da Famiglia Cotarella a Fantini Group, da Ferrari a Feudi di San Gregorio, da Fontanafredda a Fontodi, Gianni Gagliardo a Graci, da Gruppo Italiano Vini - Giv a San Michele Appiano, da Terlano ad Abbazia di Novacella, da Librandi a Lungarotti, da Antinori a Frescobaldi, da Masciarelli a Masi, da Masottina a Michele Chiarlo, da Montelvini ad Ornellaia e Masseto, da Pasqua Vigneti e Cantine a Perla del Garda, da Piccini 1882 a Pio Cesare, da Quintodecimo a Rocca delle Macìe, da Ruggeri a Salcheto, da Santa Margherita a Schenk Italia, da Tedeschi a San Felice, da Speri a Tenuta di Bibbiano, da Fanti a Tenuta San Guido, da Terra Moretti a Tommasi Family Estates, da Torrevento a Tua Rita, da Umani Ronchi ad Umberto Cesari, da Val d’Oca a Velenosi, da Venica & Venica a Villa Sandi, da Zenato a Zorzettig. Passando per i Consorzi, come quelli di Barbera d’Asti, Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano, Vernaccia di San Gimignano, Prosecco Doc, Valpolicella, Bolgheri, Garda, Franciacorta, Lambrusco, Conegliano e Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, Doc delle Venezie, Lugana, Morellino di Scansano, Primitivo di Manduria, Maremma, Valtellina, Montecucco, Montefalco, Soave, Chianti, Chianti Classico, Colli Euganei, Vini d’Abruzzo e Istituto Marchigiano Vini, e per i grandi raggruppamenti di impresa, dall’Istituto del Vino Italiano di qualità Grandi Marchi (che mette insieme 18 dei più prestigiosi nomi del vino italiano, Alois Lageder, Folonari Tenute, Antinori, Argiolas, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Col d’Orcia, Donnafugata, Jermann, Lungarotti, Masi, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca d’Almerita, Tenuta San Guido e Umani Ronchi) ad Italia del Vino Consorzio (che riunisce 22 realtà come Banfi, Angelini Wine & Estates, Bisol 1542, Ca Maiol, Cantina Mesa, Cantine Lunae, Casa Vinicola Sartori, Di Majo Norante, Drei Donà, Duca di Salaparuta, Ferrari Fratelli Lunelli, Gruppo Italiano Vini, Librandi Antonio e Nicodemo, Marchesi di Barolo, Medici Ermete & Figli, Ronchi di Manzano & C., Santa Margherita Gruppo Vinicolo, Terre de La Custodia, Terredora di Paolo,Torrevento, Zaccagnini e Zonin1821) ad Iswa - Italian Signature Wine Academy (con Allegrini, Arnaldo Caprai, Bellavista, Feudi di San Gregorio, Fontanafredda, Frescobaldi, Masciarelli, Planeta e Villa Sandi), solo per nominarne alcuni.
Senza dimenticare la Primum Familiae Vini, che riunisce le 12 famiglie produttrici di vino di più antica tradizione e importanza a livello mondiale (Marchesi Antinori, Baron Philippe de Rothschild, Joseph Drouhin, Domaine Clarence Dillon, Egon Müller Scharzhof, Famille Hugel, Pol Roger, Famille Perrin, Symington Family Estates, Tenuta San Guido, Familia Torres, e Vega Sicilia).
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024