Prima in Antinori, poi in Frescobaldi, con focus su Ornellaia e Masseto, due miti del vino italiano, Giovanni Geddes da Filicaja è stato ed è uno dei manager che più hanno contribuito, attraverso le aziende in cui ha lavorato, alla creazione del valore delle etichette del Belpaese, grazie al traino di icone assolute, come quelle bolgheresi. Intuizione, capacità di marketing e, soprattutto, nella gestione delle persone e del loro coinvolgimento nei progetti aziendale, le caratteristiche fondamentali per il successo, e che hanno guidato il cammino del manager. Un percorso lunghissimo, che ha attraversato epoche e mutamenti del vino, e che non si fermerà, ma seguirà un passo diverso, visto che, dal 31 dicembre 2023, Giovanni Geddes da Filicaja, grazie al cui lavoro il giro d’affari di Ornellaia e Masseto è quintuplicato, dal 2005 al 2022, non sarà più Ceo delle due tenute. Ma non sarà fuori dal mondo del vino. “Fino a fine anno non parlerò con nessuno, poi vedremo se ci saranno dei progetti diversi, fuori o dentro il gruppo Frescobaldi. Ci sono cose interessanti potenzialmente, ma fino a fine anno non ne posso e non ne voglio parlare”, ha detto Geddes, a WineNews, in una chiacchierata in cui si è partiti da una riflessione di fondo: le persone passano, ma le aziende restano. “Certamente, ma servono persone di qualità - spiega il manager - per portare avanti dei progetti. E anche se una persona è molto brava su una cosa molto tecnica e specifica, a volte non basta quello. Bisogna essere bravi a gestire le persone, a capirne i caratteri, a capire cosa accettano e non accettano, se hanno voglia di mettersi davvero davanti ad un lavoro molto importante o meno. La qualità degli uomini e delle donne è assolutamente essenziale, come lo è la collaborazione all’interno del gruppo e della società in cui si lavora”. Ed anche questo è uno degli ingredienti del successo del progetto “Vendemmia d’Artista” dell Tenuta Ornellaia, nato con Geddes, in maniera pionieristica, quando abbinare i nomi di grandi artisti a grandi vini, per beneficenza, ma anche per dare valore ai brand, era tutt’altro che una pratica diffusa, come invece è oggi. E che, in 15 edizioni, ha donato ad istituzioni museali e culturali di tutto il mondo ben 2,5 milioni di euro, compresi i 300.000 dollari raccolti in questi giorni nell’asta battuta da Sotheby’s.
“È un progetto che ha dato grandi soddisfazioni, e che, oltre ad aver raccolto fondi per realtà importanti, ci ha aiutato a fare crescere i nostri valori. Siamo partiti nel 2005 con un prezzo ex cellar di 50 euro a bottiglia di Ornellaia e di 75 euro per Masseto, oggi siamo a 230-240 euro su Ornellaia, al consumatore, e su 500 euro al negoce per Masseto, che, al consumatore, diventa tra i 900 ai 1.100. Siamo riusciti a dare un valore importantissimo. Dal 2005 al 2022 abbiamo quintuplicato il giro d’affari”. Un risultato difficile da ripetere, e viene da chiedere a Geddes se oggi, in uno scenario del vino sempre più affollato e difficilissimo, possono nascere nuove cantine e vini destinate a diventare miti, come è stato ed è per Ornellaia e Masseto. “Non è semplice. Ci sono già realtà che funzionano benissimo in questo senso, come qualche nome, del Chianti Classico, di Barolo, del Brunello di Montalcino, per esempio, ma non tanti. Creare nuovi progetti come Ornellaia e Masseto non è semplice. Ma prima di tutto servono le persone, serve capire se sono coinvolte nel progetto, se ci si crede o no, se l’azienda funziona o no. Poi servono marketing, comunicazione, strategia, visione. Per esempio, aver separato i percorsi della Tenuta Ornellaia e della Tenuta Masseto, anche a livello di comunicazione, è stata una scelta vincente”. Ma prima di tutto, serve una cosa, conclude Giovanni Geddes da Filicaja, dietro precisa domanda di WineNews: “un grande vino, che abbia una qualità eccezionale, che la gente capisca e riconosca. Qualità, che, però, nel tempo cambia. Ed il vino deve cambiare con le generazioni, non c’è dubbio alcuno”.
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