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Quando finirà la pandemia, le piccole enoteche avranno uno strumento (e dei costi) in più: l’e-shop

Wine Intelligence: l’online ha salvato i bilanci di tante attività, e tornerà utile anche in futuro. Ma l’innovazione costa, e non poco
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Enoteca Bernabei, boom dell'e-commerce nelle settimane dell'emergenza

Da qualche parte, come in Israele, ma anche in Gran Bretagna, la morsa della pandemia e le relative restrizioni stringe sempre di meno. Merito della campagna vaccinale, che procede spedita e permette un graduale ritorno alla normalità, che anche gli Stati Uniti hanno già calendarizzato: da luglio, tutto tornerà, grosso modo, come prima. Certo, difficilmente ci libereremo delle mascherine, ancora per un po’, e chissà quanto tempo ci vorrà per tornare a guardarsi con gli occhi di prima. Inutile prendersi in giro e minimizzare la portata di questo ultimo anno: il Covid ha cambiato più cose di quante possiamo o vogliamo immaginare. E non tutto tornerà come prima.
Prendiamo ad esempio i consumi e soprattutto gli acquisti di vino: uno degli effetti più evidenti ed immediati della chiusura del canale on premise è stato il dirottamento di una buona fetta della spesa destinata, appunto, al vino, al canale online.
E questo ha comportato un rapido allineamento anche dei piccoli player. Lo abbiamo visto in Italia, con le cantine, anche piccole, costrette ad accelerare i tempi di una digitalizzazione spesso in ritardo, per proporre così un proprio e-shop.
Stessa strada che hanno percorso le enoteche e le piccole rivendite, non solo in Italia, ma in tutto il mondo, a partire dalla Gran Bretagna, da dove arriva una giusta analisi di “Wine Intelligence”, che si è focalizzata su quelli che sono stati i costi di una transizione tutt’altro che economica, specie con il ritorno alla normalità. Dover creare - o migliorare in modo massiccio - un canale tutto nuovo come l’online, e farlo vivere accanto alla vendita tradizionale, ha un costo importante. È il modello di vendita “omnicanale”, ampiamente pubblicizzato come il futuro della vendita al dettaglio, ma che richiede molto più lavoro, e quindi costi operativi più elevati.
In questi ultimi 12 mesi, tra gli enotecari inglesi, è apparso subito evidente come le vendite online presuppongano comunque un carico di lavoro importante: prelievo, imballaggio e spedizione di ogni ordine; risolvere i problemi di stoccaggio; ordinare e conservare imballaggi sicuri per le bottiglie; affrontare i problemi di consegna; essere sempre a disposizione di clienti tramite e-mail o telefono; aggiornare siti web che, in molti casi, non erano stati costruiti per essere la principale piattaforma di vendita. Insomma, un bel da fare, spesso e volentieri, se non sempre, con meno personale a disposizione. Per non parlare della competizione con i giganti delle vendite online, decisamente più attrezzati e competitivi.
Eppure, dopo la pandemia, è lecito immaginare che il canale online continuerà a lavorare, se non sugli stessi livelli di oggi, quasi. E allora, le piattaforme di e-shop dovranno essere sempre più smart e di facile utilizzo per i consumatori, ma anche riflettere la personalità delle diverse enoteche, come accade già nei siti web e nei profili social. Anche i piccoli player, per sopravvivere e costruirsi un futuro sereno, dovranno quindi concentrarsi sulla massimizzazione dell’efficienza di tutti i processi di back-office essenziali nelle operazioni online: prelievo, imballaggio e spedizione; controllo e contabilità integrati delle scorte; il coinvolgimento del cliente. E poi, l’aspetto più importante, sarà quello di ricreare online un’esperienza di acquisto il più simile possibile alla realtà.
Se i primi due punti riguardano investimenti importanti in termini di liquidità, che comprendono nuove tecnologie e quant’altro, l’ultimo è molto sentito dagli enotecari inglesi. Considerato da sempre un vantaggio competitivo, la vendita in negozio ha consentito ai commercianti di condividere direttamente racconti e storie sul vino con i propri clienti, ma anche di consigliare vini diversi. Anche per i consumatori è un elemento integrante del godimento del vino. Qualcosa a cui torneremo, ma che le enoteche devono imparare a restituire anche sul loro e-shop: brevi video con i produttori, fotografie fronte retro delle bottiglie, la possibilità di confrontare i diversi vini. Insomma, piccoli e grandi accorgimenti che possano azzerare, o quasi, le distanze, anche quando mantenere le distanze non sarà più una necessità.

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