Avanti con la riduzione delle emissioni e la tutela dell’ambiente e della filiera produttiva. Pubblicati i numeri del Rapporto n. 9 di sostenibilità di Tasca d’Almerita, una delle prime aziende italiane a credere in questo percorso, cinque tenute nei territori più vocati alla viticoltura in Sicilia, che rinnovano l’impegno di un’azienda agricola che ben nove anni fa ha scelto di aderire a “SOStain”, programma di sostenibilità per la vitivinicoltura, nato dai produttori.
Le cifre parlano di oltre 400 tonnellate di Co2 in meno immesse in atmosfera negli ultimi due anni, pari alle emissioni assorbite da circa 2000 alberi di arancio nell'arco di 10 anni; più di 500.000 kWh di energia da fotovoltaico prodotta, che è come dire risparmiare l’equivalente dell’anidride carbonica liberata nell’atmosfera da un aereo che percorre 829 volte la tratta Roma-Londra; il traguardo di 1,6 milioni di bottiglie alleggerite dal 2011 ad oggi (+31,2% rispetto al 2018), con conseguente riduzione non solo delle emissioni, ma anche delle materie prime - gasolio, sabbia, soda, calcare - necessarie per fabbricare una bottiglia di vetro. E ancora, 54 posti di lavoro in più creati negli ultimi 4 anni, 55.000 euro destinati, soltanto nel 2019, a progetti per lo sviluppo del territorio Sicilia (come, per citarne solo alcuni, il Malvasia Day, Cogito, Palermo - Montecarlo).Il programma “SOStain” consente di misurare l’impatto delle attività di tutta l’azienda, e non soltanto di una sua parte, con un principio alla base che tocca l’influenza delle attività agricole. Un aspetto che va oltre i campi che si coltivano, perché riguarda anche il benessere dei lavoratori, la salute dei consumatori, la valorizzazione del territorio circostante e la conservazione delle risorse naturali.
“Se dovessi raccontare cosa è per me la sostenibilità, direi consapevolezza tramite misurazione - spiega Alberto Tasca, alla guida dell’azienda di famiglia - quando abbiamo aderito a “SOStain”, lo abbiamo fatto per iniziare un percorso di acquisizione di consapevolezza, perché volevamo sapere esattamente che effetto ha ogni azione che compiamo in vigna, in cantina e in generale in tutta l’organizzazione. “SOStain” ci offre la possibilità di misurare costantemente, tramite rigorosi indicatori scientifici, il nostro livello di sostenibilità; in questo modo tutte le decisioni sono prese sulla base di dati oggettivi, che ci aiutano a evitare gli sprechi e a preservare l’emozionante territorio che ci è stato dato in prestito.” Un cammino lungo nove anni, quello di Tasca d’Almerita, in direzione della sostenibilità, con tanta strada ancora da percorrere. Nel report annuale, oltre ai risultati delle azioni intraprese, vengono tracciati anche gli impegni per l’anno successivo, attraverso un vero e proprio “preventivo di sostenibilità”. Alla base di tutto c’è il concetto di miglioramento continuo “perché la sostenibilità - continua Alberto Tasca - non è un punto di arrivo ma una direzione verso cui tendere attraverso piccole, grandi sfide quotidiane. C’è un termine giapponese che mi piace molto e che traduce perfettamente la nostra filosofia e il nostro approccio al lavoro: “Kaizen”, un miglioramento costante dei processi, attraverso una strategia che procede per piccoli passi, giorno dopo giorno, e che incoraggia anche minimi cambiamenti che complessivamente poi producono un miglioramento dell’intera organizzazione. E chissà, magari anche del Pianeta.”
Un impegno riconosciuto e premiato recentemente anche da una delle più importanti riviste del vino del mondo “Wine Enthusiast” che ha nominato Tasca d’Almerita come “Cantina Europea dell’Anno”, e dall’associazione Relais & Châteaux, che ha attribuito il Trofeo Sostenibilità 2020 a “Capofaro Locanda & Malvasia”. Una scelta che sta dando i suoi frutti e che oggi appare ancora più lungimirante. “In un momento in cui questa terribile emergenza sanitaria minaccia la nostra salute - conclude Alberto Tasca - sono sempre più convinto di avere intrapreso la strada giusta. L’obiettivo è l’incremento del grado di resilienza degli ecosistemi, ma è solo immaginando “un’altra società”, capace di rispettare la bellezza della vita e in cui il valore dominante è il ben-essere anziché il ben-avere, che è possibile una trasformazione ampia e diffusa e uno sviluppo integrale dell’uomo”.
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