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IL PROGETTO

Quando le cooperative del vino lavorano come “artigiani”: Mezzacorona ed il progetto “Musivum”

l’ultimo tassello del “mosaico” del gruppo trentino per valorizzare vigne, vignaioli e territori è il Teroldego Rotaliano Doc Superiore Riserva 2016

Anche le grandi cooperative del vino possono produrre eccellenze e vini di nicchia, di taglio artigianale. Messaggio che, da tempo, Mezzacorona, tra le più importanti cooperative del Trentino e d’Italia, racconta con la peculiarità del progetto “Musivum”- traduzione latina di mosaico - percorso di valorizzazione territoriale delle eccellenze enologiche. Ieri, a Palazzo Conti Martini di Mezzocorona, prodotto in sole 4.857 bottiglie, è arrivata l’ultima “tessera”, ovvero il Teroldego Rotaliano Doc Superiore Riserva 2016.
Questo Teroldego, vitigno principe dei vini trentini e bandiera enologica del Gruppo Mezzacorona, va ad aggiungersi ai vini di altre cinque varietà già proposti: Müller Thurgau Trentino Doc Superiore, Pinot Grigio Trentino Doc Superiore, Chardonnay Südtirol-Alto Adige Doc della Kellerei Salurn, cantina associata a Mezzacorona, lanciati nel 2019; al Gewürztraminer Trentino Doc Superiore, presentato nel 2020, e al Marzemino Trentino Doc Superiore della Cantina di Ala, partner anch’essa di Mezzacorona, che ha avuto il battesimo il 13 maggio.
Produzioni di vini esclusivi di alto artigianato, in tiratura limitatissima, che interessano una selezione di 20 ettari tra i 260 di proprietà dei 260 vitiicoltori del Gruppo Mezzacorona riservate alla ristorazione di eccellenza.

“La presentazione dell’ultimo tassello del mosaico di eccellenze Musivum - ha sottolineato Luca Rigotti, presidente del Gruppo Mezzacorona - è il coronamento del nostro grande lavoro per migliorare costantemente la qualità anche incrementando la sostenibilità, che abbiamo cominciato a perseguire 20 anni fa. Il plauso va ai nostri viticoltori soci e al lavoro degli enologi. In questo strano momento geopolitico, il nostro lavoro nell’ambito del contratto di corresponsabilità della cooperazione, vuole evidenziare anche la collaborazione possibile tra le genti ed essere un segno di pace”. I viticoltori soci del Gruppo Mezzacorona - 197 milioni di euro di fatturato nel 2021, in crescita dell’1,5%, con un utile netto di oltre 3,2 milioni di euro, in aumento del 32,5% - hanno ottenuto nel 2021 la certificazione delle uve prodotte secondo il Sistema di Qualità Nazionale per la Produzione Integrata (Sqnpi), tappa fondamentale e necessaria, che ha nuovamente permesso la Certificazione dei vini.
Il “mosaico di vigneti” coinvolto nel progetto Musivum, come ha puntualizzato il dg Francesco Giovannini, “ha l’obiettivo di esaltare la ricchezza del territorio, dei frammenti straordinari che per posizione, terreno, gestione, possono essere considerati come “pietre preziose” incastonate nel tessuto viticolo gestito dai viticoltori Mezzacorona”. Il Teroldego Rotaliano Doc Superiore Riserva 2016 viene prodotto da 9 vigneti appartenenti a 8 soci per una superficie di 3 ettari in tutto e neanche da tutte le uve. Le produzioni si attestano a circa la metà delle quantità ammesse dal disciplinare di produzione (170 quintali ad ettaro) e la cura in vigneto è maniacale fino alla vendemmia, che avviene il più tardi possibile per permettere il maggior accumulo zuccherino e la massima degradazione di acido malico nelle uve.
“Per produrre i vini Musivum dobbiamo trovare la combinazione perfetta tra tre elementi - ha spiegato Mauro Varner, responsabile agronomico del gruppo Mezzacorona, tra i filari di Maso Menestrina, uno dei vigneti da cui origina il Teroldego Musivum - serve il potenziale della zona, il viticoltore collaborativo e l’ottimo equilibrio del vigneto”. Elementi confermati da Mirta Menestrina, viticoltrice socia e proprietaria del Maso Menestrina - appena 6.500 metri quadrati di viti piantate nel 1963 - che ha raccontato come il percorso per avere uve eccellenti sia lungo, non sempre facile e abbisogni di ottimi collaboratori che “si rifacciano al “vangelo secondo Mauro”, ha detto scherzando, riferendosi alle indicazioni agronomiche date da Mauro Varner. “Abbiamo fatto una zonazione “sperimentale” - ha spiegato Umberto Pichler, direttore tecnico del Gruppo Mezzacorona, spiegando la genesi del Teroldego Musivum - che ha contemplato anche le analisi analitiche e sensoriali delle microvinificazioni dei vini ottenuti dalle diverse particelle. Così abbiamo selezionato 9 cru, alcuni dei quali storici. Grazie al più stretto legame con i vigneti di origine otteniamo vini di elevatissima qualità, unici e originali, esaltiamo il contributo di soci e vigneti che si sono distinti negli anni per la consistenza qualitativa. Molto importante nel percorso di elevazione generale della qualità è il coinvolgimento in un esercizio di stile dal vigneto alla bottiglia di tutte le parti coinvolte, a sottolineare che si tratta di un progetto enologico e non commerciale. Tornando al Teroldego Musivum, non tutte le “tessere” che abbiamo individuato sono andate nella cuvée nel 2016. E non in tutte le annate lo produrremo, ma solo in quelle che lo meritano. La 2017 non uscirà, mentre la 2018 è da valutare”.
Segni questi di una estrema cura che si coglie anche nel packaging prezioso delle bottiglie che vengono etichettate, numerate e confezionate a mano. Come per un vino fatto da artigiani.

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