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QUANDO NEL CHIANTI CLASSICO NUOTAVANO GLI SQUALI … SCOPERTI DENTI FOSSILI RISALENTI A TRE MILIONI DI ANNI FA VICINO A CASTELNUOVO BERARDENGA, IN MEZZO AI VIGNETI PIU’ FAMOSI D’ITALIA

Nelle colline dove adesso si estendono i più famosi vigneti d’Italia, tre milioni di anni fa nuotavano gli squali: nel cuore del Chianti Classico, vicino a Castelnuovo Berardenga, sono stati rinvenuti centinaia di denti fossili appartenuti ad antichi predatori marini, progenitori dei moderni pescecani.
Una notizia lanciata da Discovery News, che spiega come a fare la scoperta sia stato un gruppo di paleontologi per hobby, guidati da Simone Casati, presidente del Gamps, Gruppo Avis Mineralogia e Paleontologia di Scandicci (www.gamps.it) e autore di innumerevoli scoperte paleontologiche di grande importanza a livello mondiale, come la balena trovata a Castello Banfi a Montalcino, o il delfino fossile scoperto nei dintorni di Pienza. I reperti trovati nel Chianti appartengono ad esemplari di Chlamydoselachus lawleyi, una specie di enorme anguilla lunga circa 2,5 metri, e risalgono al Pliocene: nell’area del ritrovamento esisteva una sorta di fossa oceanica popolato da centinaia di diverse creature.
L’idea che sotto alle vigne del Chianti Classico esisteva un mondo popolato di squali piace molto ai produttori. Albiera Antinori, la cui famiglia produce vino da oltre 600 anni, ritiene che la scoperta dimostri ancora una volta, se ce n’era bisogno, le speciali qualità del suolo chiantigiano. “Siamo perfettamente consapevoli - afferma Albiera - che minerali e depositi accumulatisi in milioni di anni hanno arricchito enormemente questi terreni, ed è questo che rende unico il vino qui prodotto”.

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