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IN VALPOLICELLA

Querelle Amarone, la replica delle Famiglie al Consorzio: “un accordo stragiudiziale è possibile”

Il presidente Alberto Zenato: “ci contrappone un giudizio di natura esclusivamente civile nel quale non è parte il Ministero”
AMARONE, CONSORZIO, FAMIGLIE STORICHE, Italia
Alberto Zenato, il presidente delle Famiglie Storiche

“Vorrei sottolineare che ciò che ci contrappone (involontariamente) al Consorzio Vini Valpolicella è un giudizio di natura esclusivamente civile nel quale non è parte il Ministero. Un giudizio che le Famiglie hanno subìto su iniziativa del Consorzio. Ricordo anzi che il Ministero delle Politiche Agricole stesso ha più volte auspicato la fine di ogni contenzioso e, ad onor del vero, rammento che quando il Ministero ci ha chiesto di partecipare ad un tavolo di confronto noi abbiamo accettato senza riserva, mentre il Consorzio non si è presentato”. Così, in una nota, il presidente delle Famiglie Storiche, Alberto Zenato, che ieri, a Verona, ha presentato la proposta delle Famiglie (160.000 euro da spendere in promozione del territorio anziché per pubblicare la sentenza a loro sfavorevole sui giornali, e ritirare il ricorso in Cassazione in caso di accordo) al Consorzio Vini Valpolicella, per chiudere la querelle che ha visto il Consorzio, tra le altre cose, opporsi (e vincere la causa al Tribunale di Venezia) all’utilizzo del vecchio marchio delle Famiglie Storiche (precedentemente Famiglie dell’Amarone d’Arte).

Una proposta a cui il Consorzio, guidato da Andrea Sartori, ha sostanzialmente rifiutato, ad ora, sottolineando come “il doveroso atteggiamento di apertura e di ascolto non può ribaltare quanto disposto dalla causa civile intrapresa nei confronti delle “Famiglie Storiche” in difesa della denominazione, in quanto il Consorzio ha già dato corso circa 3 mesi fa a quanto disposto dal Tribunale di Venezia. Ci preme inoltre ricordare come sulla vicenda giuridica il Consorzio abbia agito in prima istanza su richiesta del Ministero delle Politiche Agricole, alimentari e forestali. È infatti obbligo dell’ente di tutela procedere in ragione dei princìpi e dei doveri statutari attribuiti dallo stesso ministero, e così è stato fatto”

“Desidero chiarire che ogni causa civile si può sempre e in ogni momento risolvere - aggiunge ancora, dal canto delle Famiglie, Alberto Zenato - con un accordo stragiudiziale: nessun provvedimento giudiziale civile è sottratto alla volontà delle parti ed anzi è subordinato ad essa. Nella lettera che avevamo inviato al Consorzio il 19 dicembre 2019, avevamo tra le altre cose dato la disponibilità di rientrare (a discrezione di ciascuna singola azienda delle Famiglie Storiche) nella compagine del ConsorzioVini Valpolicella. Abbiamo fatto proposte costruttive proprio per chiudere la querelle, mettendo gli stessi soci del Consorzio nelle condizioni di ridurre le spese del contenzioso legale che gravano anche sui bilanci dell’ente di tutela. Per ultimo - conclude Zenato - ribadisco che non ci siamo mai sottratti dal dare esecuzione alle varie sentenze, tant’è che abbiamo spontaneamente già tre anni fa modificato il nostro nome ed eliminato dalle bottiglie il bollino delle allora “Famiglie dell’Amarone d’Arte”, e intendiamo continuare a rispettare le indicazioni di legge”.

E si ribadisce anche che “che le Famiglie Storiche mettono a disposizione del Consorzio Vini Valpolicella la somma superiore ai 160.000 euro per finalità più utili rispetto alla pubblicazione sui quotidiani che risulta essere superata e priva di utilità pratica”.

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