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L’AZIONE DEL GOVERNO

Revisione del Pnrr: interventi definanziati per 16 miliardi di euro, ma 2,5 in più in agricoltura

Più fondi per contratti di filiera, logistica a RepowerEu, ma saltano quelli contro le alluvioni. Coldiretti, Confagricoltura, Anbi: i commenti
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Il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida (ph: Ministero dell’Agricoltura)

Cambia e si rimodula il Pnrr, che vede definanziati progetti per quasi 16 miliardi di euro, che verranno (almeno in teoria) finanziati con altri fondi. Ma, per l’agricoltura, nel complesso, ci sono oltre 2 miliardi di euro in più, dopo la “cabina di regia” in materia convocata dal Governo, ieri, dove sono state presentate proposte di modifica che riguardano 144 investimenti e riforme, come spiega una nota del Ministero degli Affari Europei. In particolare, spiega il Ministero dell’Agricoltura, che ha visto il Governo accogliere le proposte avanzate dal Ministro Francesco Lollobrigida, “per rispondere alle domande di progetti che non è stato possibile finanziare a causa di un overbooking di richieste”, ci saranno 150 milioni di euro in più per il capitolo “Sviluppo della logistica dei settori agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura, silvicoltura, floricultura e vivaismo”, ma soprattutto 2 miliardi di euro in più per il fondo dei “Contratti di filiera dei settori agroalimentare, pesca e foreste”, che serviranno a finanziare molte richieste rimaste inizialmente escluse. “Solo per il V bando agroalimentare, infatti, l’ammontare delle richieste ammesse a finanziamento è pari a 5 miliardi di euro a fronte di una disponibilità di 690 milioni di euro”, spiega ancora il Ministero dell’Agricoltura. Che aggiunge come, inoltre, nel nuovo capitolo REPowerEU, sia stata proposta una nuova misura per l’efficientamento energetico e risparmio idrico, con una dotazione finanziaria di 400 milioni di euro, per migliorare le prestazioni e la sostenibilità nei settori agroalimentare, zootecnico, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo.
“Le proposte per la revisione del Pnrr e per l’introduzione del capitolo del REPowerEU saranno sottoposte all’esame del Parlamento e della Commissione europea. Il Governo Meloni, però, ha ritenuto doveroso intervenire proponendo modifiche per incrementare le risorse in quei comparti dove si è registrato un forte interesse da parte degli operatori su tutto il territorio nazionale. Sul REPowerEU si prevede di introdurre anche per l’agricoltura l’utilizzo dello strumento dei contratti di sviluppo per la realizzazione di progetti integrati volti a sostenere la transizione green delle imprese attraverso il ricorso alle tecnologie emergenti per ridurre i consumi e aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili”, ha sottolineato il Ministro Lollobrigida. Positive le reazioni delle principali organizzazioni agricole.
“Le maggiori disponibilità per i bandi filiera e logistica e per i processi di innovazione, le nuove risorse su Industria 5.0 e nuova Sabatini, lo sviluppo delle energie rinnovabili e in particolare l’introduzione dello sviluppo del biofuel da fonti agricole sono risposte concrete alle richieste avanzate da Confagricoltura nell’assemblea generale del 12 e 13 luglio scorsi”, spiega l’organizzazione, con il presidente Massimiliano Giansanti che “ringrazia il Governo per le modifiche annunciate al termine della Cabina di regia sul Pnrr, riunitasi ieri pomeriggio a Palazzo Chigi, che accolgono le sollecitazioni del mondo agricolo”. Soddisfazione anche per l’introduzione del nuovo capitolo REPower, che prevede l’utilizzo di nuove tecnologie in agricoltura attraverso lo strumento di contratto di sviluppo esteso al settore agricolo. “Fondamentale per il comparto poter disporre di nuove risorse per la logistica e per i contratti di filiera. Un risultato importante - commenta Giansanti - perché rafforza il dialogo tra agricoltura e industria che può fungere da caposaldo per un piano di crescita per l’intero sistema agroalimentare italiano”.
“L’aumento di fondi del Pnrr pari a 2,5 miliardi per gli accordi di filiera, la logistica e le misure agricole risponde alle richieste di Coldiretti ed è importante per salvare la spesa delle famiglie italiane con l’inflazione alimentare all’11%, ma anche per sostenere l’intero settore agroalimentare nella sfida ai cambiamenti climatici”, sottolinea invece il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, con i ringraziamenti al Ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto, per quello dell’Agricoltura Lollobrigida, e per il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“L’agroalimentare made in Italy - aggiunge ancora Coldiretti - ha dimostrato concretamente la propria capacità di saper cogliere l’opportunità del Pnrr con richieste di investimenti superiori alla dotazione, e l’incremento dei fondi va nella direzione auspicata di aumentare la produzione in settori cardine, dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura e “raffreddare” il carovita che pesa sulle tasche degli italiani. Un’occasione unica, che non va sprecata per crescere e garantire una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, dal produttore al consumatore”. I prezzi di cibi e bevande sono balzati dell’11% a giugno con l’inflazione alimentare più alta da 40 anni che ha costretto i cittadini a spendere quasi 4 miliardi in più per mangiare a causa dei rincari, secondo l’analisi Coldiretti, mentre volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +9% nei primi cinque mesi nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio. “Il risultato dei discount - precisa la Coldiretti - evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità. La situazione di difficoltà si estende alle imprese agricole colpite dal maltempo e dal caldo che hanno decimato i raccolti e dai bassi prezzi che non molti casi non coprono neanche i costi di produzione con il rischio dell’abbandono di interi territori, a partire dal grano la coltivazione più diffusa nelle campagne, con i prezzi crollati del 40% rispetto allo scorso anno”. In tale ottica, per Coldiretti, i contratti di filiera sono fondamentali per lo sviluppo di prodotti 100% italiani, per dare opportunità di lavoro e far crescere l’agroalimentare Made in Italy, in un contesto di grande instabilità internazionale, anche rispetto all’aumento dei tassi da parte della Bce che rischia di frenare gli investimenti delle imprese. Ma è importante anche l’aumento delle risorse per la logistica per ridurre il gap competitivo dell’Italia dove l’88% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada ed è sempre più soggetto all’aumento dei prezzi di benzina e gasolio.
Ma oltre ai commenti positivi da parte del mondo agricolo alle modifiche proposte al Pnrr, arriva anche quello nettamente negativo dell’Anbi, l’Associazione Nazionale Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue, che tocca un punto fondamentale anche per l’agricoltura, come quello della gestione dell’acqua e delle risorse idriche. Perchè tra le misure di intervento che “che si propone di definanziare dal Pnrr e di salvaguardare attraverso la copertura con altre fonti di finanziamento, come il Piano nazionale complementare al Pnrr e i fondi delle politiche di coesione”, spiega ancora il Ministero degli Affari Europei, per un totale di 15,9 miliardi di euro, ci sono anche le “Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico”. “Il definanziamento di progetti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, tra cui alcuni per la gestione del rischio di alluvione e del rischio idrogeologico per 1,2 miliardi di euro, è una sconfitta per il sistema Paese, arrivata all’indomani di tragici eventi, conseguenza della crisi climatica, che sta colpendo l’intera Penisola e che non va sottovalutata, come ha richiamato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella”, commenta Francesco Vincenzi, presidente Anbi. Che aggiunge: “le decisioni assunte dal Governo erano amaramente prevedibili in un Paese, dove occorrono mediamente 11 anni per realizzare un’opera pubblica. Ora contiamo nella sollecita concretizzazione dell’annuncio della Premier, Giorgia Meloni a nome del Governo, per un Piano nazionale di prevenzione idrogeologica”. “Nel nuovo quadro di impegni, che si sta delineando verso l’Unione Europea - ha aggiunto il dg Anbi, Massimo Gargano - ricordiamo che, a fronte di 149 progetti ammissibili a finanziamento dal Pnrr per 1,6 miliardi di euro, ma solo 41 realmente finanziati per 517 milioni di euro, i Consorzi di Bonifica ed Irrigazione hanno ulteriori 10 progetti già ammessi a finanziamento in caso di disponibilità per 88 milioni di euro. Va, infatti, ricordato che, oltre ad essere conclusi e rendicontati entro il 2026, i lavori del Pnrr devono essere assegnati entro il prossimo 31 Dicembre e solo progetti già in avanzato iter procedurale possono riuscirci. Ribadiamo pertanto la disponibilità di mettere da subito le progettualità e la dimostrata capacità operativa dei Consorzi di Bonifica ed Irrigazione a servizio del Paese”. “Ora più che mai - conclude il presidente Anbi, Francesco Vincenzi - occorre spendere presto e bene.”

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