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GASTRO-ARCHEOLOGIA

Rinasce l’extravergine degli antichi romani: l’“Olio di Roma”, frutto degli olivi del Colosseo

Da quelli centenari dell’Arco di Tito a quelli di recente piantagione, domani accoglieranno gli studenti per conoscere l’agricoltura nell’antichità

Frutto dei quasi 200 olivi, da quelli centenari dell’Arco di Tito a quelli di recente piantagione, perfettamente inseriti in un paesaggio in cui hanno fatto parte fin dall’antichità, come testimoniano fonti antiche come la “Naturalis historia” di Plinio il Vecchio, che raccontano della presenza nel Foro Romano delle tre piante-simbolo della cultura romana, “Ficus, Olea et Vitis”, rinasce l’extravergine degli antichi romani: l’“Olio di Roma”, il “Palatinum” prodotto nel Parco Archeologico del Colosseo, che domani aprirà le porte agli studenti delle scuole per una lezione open air e sul campo con le guide del PArCo sul ruolo dell’agricoltura nell’antichità, considerata l’attività moralmente più degna del cittadino romano, espressione dei valori dei padri e della prosperità della nazione.
Un’iniziativa per valorizzare il legame storico tra la produzione di olio e gli antichi romani che avviene a pochi giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del via libera a livello nazionale alla protezione transitoria alla denominazione “Olio di Roma” per la quale è stata richiesta la registrazione alla Commissione Ue come indicazione geografica protetta. Nella lezione tra gli antichi olivi gli studenti visiteranno le principali aree con olivi con il supporto di una lezione dedicata specificamente all’olio della Fondazione Evoo School e sull’agricoltura come base della ricchezza materiale e fondamento etico dei romani. Un’occasione unica per conoscere il patrimonio olivicolo del PArCo la cui cura è stata affidata a Coldiretti ed Unaprol per la raccolta delle olive, la produzione e il confezionamento dell’olio estratto identificato da un’apposita etichetta creata per l’occasione, ispirata agli affreschi della Casa dei Grifi sul Palatino.
Ma nel Parco si produce anche il “miele di Roma”, l’“Ambrosia del Palatino”, e sono stati impiantati i primi filari di vite della “Vigna Barberini” sul Colle Palatino per il nuovo progetto del “vino del Palatino”, ultima case history di eno-archeologia nel Parco Archeologico del Colosseo, con la cantina Cincinnato di Cori, che si trova alle porte della Capitale.

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