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GLI EFFETTI DELLA CRISI

Ristorazione, ancora scontri in piazza a Roma con “Ioapro”. Domani tocca alla Fipe (senza Bottura?)

Tutti chiedono certezze sulle aperture. Coldiretti: “ogni giorno di ritardo sui vaccini costa 350 milioni di euro”
#IOAPRO, BOTTURA, CRISI, FIPE, PANDEMIA, RISTORAZIONE, Non Solo Vino
Una delle foto che simbolo della crisi della ristorazione che circola sul web

La ristorazione ancora in subbuglio, ed in piazza: anche oggi a Roma si sono verificati disordini per le protesta, con la manifestazione non autorizzata (in numeri di diverse fonti, come sempre in questi casi, oscillano, tra i 300 e gli 800 partecipanti) sotto al “gonfalone” del Movimento “IoApro”, a cui secondo le agenzie si sarebbero uniti una cinquantina di manifestanti di CasaPound, tutti al grido di “Libertà, Libertà”, ma in mezzo lanci di petardi e fumogeni contro le forze dell’ordine in assetto anti sommossa. Una parte poi si sarebbe diretta verso Montecitorio, mentre una parte più “pacifica” sarebbe rimasta in Piazza San Silvestro, riportano le agenzie. Il tutto, il giorno prima dell’assemblea pubblica Fipe-Confcommercio, in programma domattina alle ore 11,30 in Piazza San Silvestro ed in streaming, che si annuncia come “ordinata, pacifica”, nelle intenzioni degli organizzatori, ma è lecito aspettarsi ancora infiltrazioni e disordini. In ogni caso, mentre è in dubbio (anche per tensioni di questi giorni?) l’intervento annunciato dello chef tristellato e simbolo dell’alta ristorazione italiana Massimo Bottura (fonti Fipe dicono la sua presenza potrebbe saltare per possibili impegni precedenti che lo chef non sarebbe riuscito a disdire, ndr) ci saranno tutte le componenti della galassia dei pubblici esercizi: titolari di bar e ristoranti, ovviamente, ma anche il mondo del catering e del banqueting, la ristorazione commerciale e collettiva, le discoteche, le imprese balneari e gli imprenditori del gioco legale e dell’intrattenimento. Tutti insieme per chiedere al Governo un programma per la riapertura definitiva delle loro attività, alcune delle quali sistematicamente chiuse da 14 mesi, e una data certa per avviarlo”. Di sicuro ci saranno tanti piccoli imprenditori provenienti dalle diverse parti di Italia e che avranno modo di raccontare le loro storie di quotidiana disperazione, oltre al presidente Confcommercio, Carlo Sangalli e del presidente Fipe, Lino Enrico Stoppani. La volontà di far ripartire l’economia c’è, come ovvio, ma “le riaperture dipenderanno dai numeri dei contagi”, ha sottolineato più volte, nei giorni scorsi, il Presidente del Consiglio Mario Draghi, sollecitando e promettendo un cambio di passo netto nella campagna vaccinale, che va ancora a rilento. “Ogni giorno di ritardo sulle vaccinazioni costa in media all’Italia oltre 350 milioni in mancati consumi con un drammatico effetto a valanga sull’occupazione che si aggiunge alle sofferenze e alle vittime causate dalla pandemia” - sostiene la Coldiretti, in riferimento al potenziamento della campagna vaccinale con l’arrivo 360.000 dosi nell’hub della Difesa a Pratica di Mare con il primo carico di Johnson & Johnson oltre ai vaccini AstraZeneca insieme allo slot settimanale di Pfizer.

“Il cambio di passo sulle vaccinazioni - sottolinea la Coldiretti - è strategico salvare l’economia e le attività collegate a partire dai alberghi ed i ristoranti che sono i più colpiti con un calo dei fatturasti del 40,2% nel 2020 seguiti dai trasporti che si riducono del 26,5% e dalle spese per ricreazione e cultura che scendono del 22,8%, ma in media i consumi diminuiscono dell’11,8%, sulla base dell’analisi Coldiretti (su dati Istat relativi al 2020). La riduzione dei consumi travolge 360.000 realtà impegnate nei servizi di ristorazione tra ristoranti, trattorie, bar, pizzerie ed agriturismi con vino e cibi invenduti per un valore stimato da Coldiretti in 11,5 miliardi in un anno. La chiusura delle attività - conclude la Coldiretti - pesa, infatti, sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura con il consumo fuori casa che vale 1/3 della spesa alimentare degli italiani”.

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