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LA SCOMPARSA

Rita Lodali, tra le prime produttrici di vino in Langa, pioniere e intraprendenti

Perché fosse una donna in un mondo fatto al 99% di uomini il maestro Luigi Veronelli, a fine anni Ottanta, la recensì tra “I Vignaioli Storici”

Quella donna che “ci aspetta alle colline” volgendo lo sguardo al paesaggio delle Langhe nella poesia “Tu non sai le colline” con la quale il grande intellettuale langarolo Cesare Pavese racconta la lotta partigiana, è un’immagine emblematica della tempra delle donne di Langa. Dove, guardando al mondo agricolo e contadino, ed ai giorni nostri a quello del vino, da allora, accanto ai “Barolo Boys” - termine coniato dalla stampa americana nei primi Anni Novanta del Novecento - ad oggi, qui come nei più importanti e famosi territori del vino italiano, di strada se ne è fatta grazie anche a tante produttrici pioniere e intraprendenti. Come Maria Margherita (Rita) Lodali, tra le prime a fare vino nelle Langhe, scomparsa ieri, all’età di 82 anni, nella sua storica azienda di Treiso, della quale aveva preso le redini nel 1982, dopo la dipartita improvvisa del marito Lorenzo, portandola al successo, e oggi guidata dal figlio Walter Lodali.
In quegli anni - il passaggio “epocale” del Barolo, l’anno spartiacque per eccellenza, è il 1980, quando viene ufficializzata la Docg - lasciò la precedente attività (parrucchiera) e s’ingegnò produttrice di vino per non disperdere il patrimonio ed il mestiere “della famiglia Lodali” che aveva fondato l’azienda nel 1939. Fatto quest’ultimo tutt’altro che usuale e che portò il maestro del giornalismo enogastronomico italiano Luigi Veronelli a recensirla, già alla fine degli Anni Ottanta del Novecento, tra “I Vignaioli Storici”, la storia delle famiglie che hanno reso grande il vino italiano, proprio perché fosse una donna in un mondo fatto al 99% di uomini.
Dovrebbe bastare tutto questo per descrivere il carattere indomito e leonino di una donna che ha sempre dovuto lottare per affermarsi facendo crescere l’azienda di Treiso (eletta “Cantina Emergente” per la Guida “Vini d’Italia” 2023 del Gambero Rosso), tra le storiche autorizzate dal disciplinare, che da sempre vinifica e produce Barolo oltre che Barbaresco, premiati dalle guide di riferimento del vino italiano. E dove la “Signora Rita” diventata per scelta e necessità coltivatrice ha vissuto con costante abnegazione l’epopea del vino di Langa. Una donna di carattere che ha, da sola, affrontato di petto le difficili sfide della vita e che, senza dubbio, si può sostenere le abbia sapute vincere. Il funerale sarà officiato domani, 6 gennaio, alle ore 15, in Treiso.

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