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TURISMO ENOGASTRONOMICO

Roberta Garibaldi: degustazioni digitali, “eredità” del Covid, l’approccio vincente è “human touch”

Il futuro dei digital tasting? “L’interesse dei turisti è forte, per prepararsi alla visita e condividere l’esperienza al rientro con gli amici”
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Le degustazioni digitali, “eredità” della pandemia (ph: Tempio del Brunello, Montalcino)

Con la pandemia, le degustazioni digitali si sono subito imposte come uno strumento efficace e in grado di mantenere vive le relazioni già avviate tra le aziende enogastronomiche e la loro clientela consolidata. Gli imprenditori che le hanno scelte - veicolandole attraverso i social network o le piattaforme dedicate - hanno ben presto scoperto come i digital tasting fossero in grado non solo di rafforzare la fidelizzazione con il target già in relazione con le proprie aziende, ma anche di ampliare il bacino di utenza, diventando un efficace strumento di comunicazione e di marketing. Ma ora che è tornato il turismo in presenza da parte di food & wine lovers, qual è il futuro per le degustazioni online? Il “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2022” di Roberta Garibaldi, ad Enit-Agenzia Nazionale del Turismo, ha evidenziato come le esperienze di degustazione digitale siano state apprezzate sia in funzione della preparazione alla visita successiva, che dopo la stessa come occasione di condivisione dell’esperienza con parenti ed amici al rientro. Di conseguenza, la validità dello strumento supera il limite dell’utilizzo in fase di lockdown per diventare una modalità di conoscenza, approfondimento e intrattenimento per il turista enogastromico, anche dopo il Covid.
Un turista che, però, si aspetta determinate risposte da parte dell’azienda. E le sue aspettative sono particolarmente alte, perché apprezza maggiormente i digital tasting quando sono presentati direttamente dal proprietario dell’azienda (63% delle risposte contro il 50% del turista generico), e quando a condurre il tasting viene chiamato un professionista del settore (61% contro il 36%). Un’altra richiesta, seppur minoritaria, riguarda la presenza di un personaggio famoso da coinvolgere nei tasting online: lo gradirebbe il 44% degli intervistati che si dichiarano turisti enogastronomici, mentre tra i turisti generici questo desiderio riguarda soltanto il 27%.
Dal Rapporto emerge come le differenze tra turisti enogastronomici e generalisti si facciano più marcate in materia di degustazione digitale. Si arriva infatti a una differenza media di circa il 17%, con i turisti generalisti che mostrano un interesse elevato per quelle degustazioni che offrono dettagli sui prodotti presentati e che consentano di interagire con il proprietario dell’azienda. Tra i turisti enogastronomici, invece, emerge la grande utilità di accedere alle degustazioni sia prima della visita in loco (55% vs 39% dei generici) che successivamente, come occasione di condivisione di quanto fatto con parenti ed amici (57% vs 42%). Tanto che 6 turisti enogastronomici su 10 vorrebbero avere la possibilità di acquistare kit di degustazione prima dell’esperienza digitale
, così da poter svolgere una vera e propria degustazione e non solo ricevere informazioni; tra i generalisti, la percentuale scende al 45%.
Inoltre, viene confermata dal Rapporto la particolare attenzione del turista per le tematiche della sostenibilità: il 62% del campione vorrebbe che nelle degustazioni digitali si presentassero le iniziative adottate dall’azienda per essere sostenibili (44% tra i turisti generici). Il desiderio di conoscenza delle pratiche adottate nell’azienda agricola emerge anche nel canale online: il 62% dei turisti enogastronomici (45% tra quelli generici) gradirebbe la possibilità di vedere i differenti momenti di preparazione del prodotto oltre che i luoghi (ad esempio vigneti e uliveti) durante il digital tasting, e il 65% (contro 45%) vorrebbe che nelle degustazioni digitali vi fosse un racconto degli aneddoti e della storia dell’azienda e dei prodotti.
È inoltre importante la gestione ottimale, da parte delle azienda, dei digital tasting in termini di accessibilità. La modalità live è considerata più efficace rispetto a quella registrata e incontra l’apprezzamento del 56% degli intervistati enogastro-appassionati (e solo del 38% di quelli generici). Il 56% (vs 37% dei generici) vorrebbe poter accedere alle degustazioni digitali utilizzando Qr Code presenti sul packaging del prodotto; il 48% (vs 27%) amerebbe infine poter accedere utilizzando comandi vocali tramite gli appositi sistemi disponibili nel mercato del web.
L’ingresso del metaverso nel mondo del vino si lega a diverse opportunità di business, tra cui l’enoturismo. Un esempio arriva da Vanilla Innovations che ha lanciato “Enonautilus Wine Theatre”, primo spazio nel Metaverso dedicato alle esperienze del mondo del vino con tanto di teatro polifunzionale e polimorfo (il Wine Theatre) che si concentra sui contenuti e sull’interazione tra le persone. Vi si accede da pc e da smartphone con il visore Oculus, attraverso un avatar personalizzato, e punta a diventare un luogo virtuale di riferimento per il dialogo tra appassionati ed enoturisti, tra distributori e ristoratori lontani, tra fornitori e clienti, tra viticoltori e degustatori, con un wine bar a fare da teatro alle esperienze e una Nft Wine Gallery. L’attività di Italian Wine Crypto Bank, prima banca del vino al mondo costruita su blockchain e criptovalute, si lega al fatto che anche le Maison di vino guardano con interesse agli Nft come strumenti promozionali e di fidelizzazione dei loro migliori clienti o per dare accesso ai rispettivi Wine Club, che poi rappresentano la base per organizzare veri e propri viaggi nelle cantine, alla scoperta del patrimonio del produttore.

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