Dalla devastazione della grandine ad un progetto che rilanci le produzioni rossiste della Provenza: si chiama “Rouge Provence”, è un’associazione che riunisce 30 produttori della Regione che ha conosciuto la ribalta grazie al boom dei suoi rosati, ed è nata, seppure non formalmente, nel 2012, quando Raimond de Villeneuve, viticoltore con Château de Roquefort nella Côtes de Provence, perse l’intero raccolto, distrutto dalla grandine. I suoi colleghi, all’epoca, si strinsero intorno a lui, donandogli parte delle loro uve, le più belle: uno sforzo che, dopo aver fatto i conti con mille ostacoli legislativi, ha permesso a Raimond de Villeneuve di restare sul mercato con una produzione pari all’80% del potenziale produttivo della sua azienda, con un’etichetta chiamata “Grêle 2012” (ossia “Grandine 2012”, ndr), diventata simbolicamente il seme da cui è nata l’associazione “Rouge Provence”. Che oggi, come racconta al magazine britannico “Decanter” Peter Fischer di Château Revelette, tra i primi ad accorrere in aiuto del collega de Villeneuve, “ha due obiettivi. Il primo è aiutarci l’uno con l’altro di fronte ai grandi eventi climatici che minacciano i nostri vigneti: gelo, grandine, fuoco, siccità, condizioni climatiche generalmente più estreme, che si traducono in un calo della produzione e nella necessità di trovare nuovi modi per adattarsi al climate change, come sta facendo Bordeaux, che ha deciso di puntare su nuove varietà. L’altro obiettivo - continua Peter Fische - è proteggere il nostro territorio, perché troviamo un po’ triste che oggi l’85% della produzione della Provenza sia di rosato, pensiamo che i nostri rossi siano altrettanto importanti, e che le produzioni diverse vadano promosse”. Obiettivi che l’associazione, sin dal 2013, ha deciso di finanziare con la vendita di una cuvée, Plaisir Solidaire, vinificato Château de Beaupré, nella denominazione Côteaux d’Aix en Provence, e allo scaffale a 35 euro a bottiglia”.
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