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SCAPPATOIE IN TEMPO DI CRISI: IN AUMENTO I PARIGINI CHE SACCHEGGIANO LE PROPRIECANTINE PER PORTARE LE BOTTIGLIE AL BANCO DEI PEGNI

Un tempo si portavano al banco dei pegni gioielli di famiglia, argenteria e quadri. Ora che la crisi economica ha riportato in auge questa antica scappatoia per ottenere subito somme in contanti, è sempre più diffusa la tendenza a impegnare il vino: la notizia arriva da Parigi, dove in questi giorni un’importante agenzia di pegni nazionale, Le Crédit Municipal, ha indetto la prima asta di vini di pregio, tutti lasciati da persone che non hanno più potuto riscattarli dopo averli impegnati. Si tratta di nobili disperati, collezionisti di vino, ma anche persone comuni, che hanno - sicuramente a malincuore - dovuto rinunciare a bottiglie di un certo valore: nel catalogo dell’asta si trovano infatti Champagne d’annata, vecchie bottiglie di Chateau Lafite e prestigiosi Armagnac risalenti a fine Ottocento. “E’ più facile andare in cantina e portarci qualche buona bottiglia di vino piuttosto che tirare giù i quadri dal soggiorno o togliere la collana dal collo della moglie” spiega Bernard Candiard, direttore generale de Le Crédit Municipal. La Francia da sempre si fa vanto dell’avversione per le carte di credito, e infatti il debito nazionale è più basso rispetto ad altri Paesi come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, ma per colpa della crisi i banchi di pegni statali sono diventati l’ultima risorsa per una larga parte della società: basti pensare che il business del settore è cresciuto del 30% nell’ultimo anno.

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